Como, arriva un assist dal Real: niente Inter, un altro anno in prestito per Paz
Nico Paz resta al Como? Andrà all’Inter? Ritornerà al Real Madrid che detiene il diritto di “recompra” per tre anni? Qui vi diamo, per le informazioni di cui siamo in possesso, il punto di vista del Real. Il Club del Presidente Perez considera Nico Paz un calciatore di talento, dotato tecnicamente. Sta seguendo con attenzione le sue prestazioni in Serie A. Ha un triplo diritto di “recompra” a 9 milioni per il 2025, a 10 per il 2026, a 11 per il 2027, da esercitare prima che inizi la sessione estiva del mercato. Inoltre il Real vanta un 50% sulla futura rivendita nel caso il Como decidesse di cedere Nico Paz e potrebbe pure pareggiare l’offerta di un club concorrente per riprendersi Nico Paz, possibilità questa se non esercitasse il diritto di “recompra” prima della sessione estiva del mercato.
Una decisione su un suo ritorno a Valdebebas (è cresciuto tra le giovanili del Real e il Real Castilla la squadra B del Real) però non è ancora stata definita. Verrà presa a fine stagione. Questo perché il dibattito principale in casa Real riguarda l’allenatore. Sarà ancora Ancelotti pur avendo un contratto sino a giugno 2026? O Xabi Alonso, adesso al Bayer Leverkusen, che piace come sostituto di Carletto? O ci sarà una scelta a sorpresa? Se si andrà avanti con Ancelotti (“Nico Paz sta facendo molto bene” ha commentato Ancelotti in questi giorni), appare difficile un rientro del fantasista in camiseta blanca.
Se sarà Xabi Alonso o chi per lui, dovrà essere il nuovo allenatore a pronunciarsi, sciogliendo dubbi e dando certezze su un suo impiego costante. L’idea del Real è di lasciare il calciatore ancora a Como dove può continuare a crescere e fare esperienza, così da valutarlo con più attenzione dopo un altro anno nel nostro campionato italiano.
Juventus, Veiga torna in gruppo. Resta ancora ai box Gatti
Thiago Motta recupera un pezzo in difesa in vista della sfida con l’Atalanta, un match da vincere a tutti i costi per alimentare il sogno scudetto. Trattasi di Renato Veiga che quest’oggi è tornato ad allenarsi in gruppo. Il difensore, finito ko a Eindhoven, sarà almeno in panchina con gli orobici: al momento sono Kalulu e Kelly i favoriti per occupare il centro della difesa. Gatti invece, vittima di un affaticamento muscolare, ha lavorato ancora a parte e si deciderà domani se inserirlo tra i convocati.
Taranto, ora è finita: escluso dal campionato. In Serie C stangate anche Lucchese, Messina e Triestina
E alla fine l’esclusione è arrivata. Il Tribunale Federale Nazionale ha sanzionato il Taranto (girone C di Serie C) con l’esclusione dal campionato, con 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella prima stagione sportiva utile. Il Tfn ha inoltre sanzionato con 6 punti di penalizzazione da scontare nella stagione in corso la Lucchese (girone B di Serie C) e con 4 punti di penalizzazione il Messina (girone C di Serie C) e la Triestina (Girone A di Serie C). Le quattro società, con i rispettivi legali rappresentanti e dirigenti, erano state deferite lo scorso 3 marzo a seguito di segnalazioni della Covisoc per una serie di violazioni di natura amministrativa.
Questa la classifica del girone C dopo l’esclusione del Taranto: Cerignola punti 60; Avellino 55; Monopoli 49; Benevento 46; Potenza 44; Crotone 43; Catania (-1), Trapani, Picerno e Giugliano 38; Sorrento 35; Cavese e Juventus Next Gen 33; Foggia 30; Altamura 29; Latina 27; Casertana 22; Messina (-4) 15; Turris 5 (-11).
Lecce, Giampaolo: “Questo Milan può perdere e vincere con chiunque, Via del Mare deve essere una risorsa”
Il Lecce e Marco Giampaolo non si fidano del Milan in crisi. Alla vigilia della sfida del Via del Mare, il tecnico dei salentini ha infatti sottolineato che quella contro i rossoneri non sarà di certo una sfida facile, con gli uomini di Conceiçao che sono considerati capaci di “vincere con tutti e perdere con tutti”. Ma proprio lui, ex della squadra meneghina, non guarda ai problemi del Diavolo, ma quelli del suo Lecce: “La squadra nelle ultime partite ha subito 2 gol di cui uno su calcio di rigore. Purtroppo non ne abbiamo fatto nemmeno uno. Questa è una lotta serrata e ognuno guarda le cose in casa propria”.
“Nelle ultime partite non è mancata la garra. Nella partita contro l’Udinese abbiamo avuto delle difficoltà rappresentate dal momento dell’avversario e del nostro. Contro la Fiorentina abbiamo preso gol dopo 9 minuti. Abbiamo fatto fatica a creare situazioni pericolose. Dobbiamo cercare di ottenere il massimo dai nostri. Il Via del Mare deve essere una risorsa” ha sottolineato il tecnico.
E sul momento delicato in casa Milan ha aggiunto: “Quando non vivi una realtà o un ambiente si entra nel campo delle sorprese. I conti in casa del Milan non li vado a fare. Il mio modo di pensare e preparare la gara ci porta a lavorare sul momento, non sulle condizioni generali e psicologiche dell’avversario che non conosciamo bene. Dobbiamo preparare la gare in base a quanto visto dal Milan contro la Lazio, match in cui è andato sotto e, in inferiorità numerica, ha rimontato sfiorando il sorpasso. Non posso pensare ad altro, alle ragioni che ruotano attorno. È sempre una squadra di grande valore tecnico che può vincere con tutti e perdere con tutti”.
Il problema più grande, per i pugliesi, sembrerebbe al momento la poca freschezza sotto porta, con pochi gol segnati: “È un problema evidenziato a momenti e quando non vinci riaffiora. Al problema del gol non darei la giusta importanza altrimenti diventa una ripetizione ogni volta che non vinci. Cerchiamo di mettere giù proposte diverse per avere qualche occasione in più. Krstovic è nella media, i nostri esterni hanno segnato”.
Giampaolo si è poi concentrato sui singoli: “Kaba in questo ultimo periodo è cresciuto di nuovo in condizione e personalità. Abbiamo 6/7 giocatori per 3 ruoli. Ci sono momenti in cui sta bene uno, momenti relativi all’avversario e alle caratteristiche. Kaba si è tolto di dosso le preoccupazioni e gli errori e lo vedo più sereno. Berisha e Helgason potranno convivere quando saranno al 100%. Gaspar sta bene, è cresciuto tantissimo nelle ultime 2 settimane”.
“Pierotti? Ha dimostrato di essere un giocatore importante sotto tanti aspetti in vari momenti della partita. Ci dà tanto grazie alla sua corsa e alla sua fisicità. Banda si è allenato in continuità: sono tutti disponibili per la partita” ha aggiunto.
Conceiçao e l’ex portavoce: “Risponderà per vie legali, dirà perché lo ha fatto e se qualcuno lo ha pagato”
Reduce da tre sconfitte consecutive e attualmente fuori dai piazzamenti che valgono l’Europa, il Milan a Lecce cerca punti per provare a rilanciarsi e dare un senso a una stagione sin qui fallimentare. Sergio Conceiçao ha subito chiarito il caso del suo ex portavoce. “Mi dispiace tutta questa situazione, valuterò anche le azioni legali. Non capisco cosa mi ha fatto questo ex collaboratore, non so se per cattiveria o se pagato da qualcuno – ha detto in conferenza stampa – Mi dispiace per tutti, anche per chi lavora qua al Milan”. Su come si esce dalla crisi: “Con i risultati. Per ottenere i risultati abbiamo bisogno di due caratteristiche: lavorare al massimo, dobbiamo fare molto di più come squadra. Poi c’è un pizzico di sfortuna da migliorare”.
“Mi dispiace tutta questa situazione, valuterò anche le azioni legali. Non capisco cosa mi ha fatto questo ex collaboratore, non so se per cattiveria o se pagato da qualcuno. Un giornalista mi ha mandato uno screen dei punti che lui ha mandato, lo ha fatto sicuramente per cattiveria. Mi dispiace per tutti, anche per chi lavora qua al Milan. Noi siamo qua tutti i giorni, Ibra e Moncada sono qui tutti i giorni, parliamo con la squadra, abbiamo lavorato in una settimana pulita. Dal Porto sono uscito in una situazione non bella e non ho ancora mai parlato del Porto: figuriamoci se, qua, quando ancora non sono andato via, mi metto a parlare di ciò che succede. Dovrà risponderne nelle sedi legali”.
“È stato importante lavorare con tutti i giocatori, perché finora non c’era mai stato tempo. Se uno gioca nel Milan e non ha voglia, allora già non va bene. Quindi qua non si deve parlare di voglia, quella viene già indossando questa maglia. Poi in allenamento io vedo chi mi dà più garanzie per iniziare la partita. Tutti mi hanno dato buone risposte, poi decido io”.
“Con i risultati. Per ottenere i risultati abbiamo bisogno di due caratteristiche: lavorare al massimo, dobbiamo fare molto di più come squadra. Poi c’è un pizzico di sfortuna da migliorare. È tutto diverso quando si vince. Anche per me è una novità perdere tre partite di fila. Non c’è altra strada che lavorare. Bisogna credere e fare, lavorare con la massima convinzione”.
“Tutte le partite sono decisive. Abbiamo 13 partite sicure, 11 di campionato e due di Coppa Italia. Inzaghi ha detto che possono vincere tre trofei, noi possiamo vincerne due, nonostante la stagione negativa. Dobbiamo pensare alla prossima partita”.
“Sì si, la voglia la vedo. Sono convinto che tutti siano molto vogliosi. Dopo Riad, abbiamo perso energia con il pari con il Cagliari. Fino a Zagabria avevamo un’ottima media punti, poi è stato brutto tra errori, episodi ed errori miei. Le due partite col Feyenoord c’è stata un po’ di sfortuna, a livello di mentalità sembravamo essere un po’ più sereni, ma anche alcune decisioni sono al limite: tante volte l’arbitro non ammonisce sulle simulazioni, Theo è stato espulso. Abbiamo perso l’anima e non la dobbiamo perdere, altrimenti cadiamo in un buco. So che sono parole, ma a me costa, costa come ai tifosi. Mi costa stare qua a parlare con voi. L’Arsenal ha battuto 1-7 il PSV e l’anno scorso col Porto ci ho perso solo ai rigori. Non è che da un giorno all’altro non capisco di calcio, non è che sono arrivato dal niente. Io devo giustificare tutti i giorni il perché devo essere l’allenatore del Milan. Voi lo sapete che qua ci sono problemi grandissimi: a livello di ambiente e di mentalità. Ma l’unica soluzione è vincere. La settimana è stata molto buona a livello di lavoro, ma questo non vuol dire che domani vai a Lecce e vinci. Non bisogna guardare indietro, ma avanti”.
“Sono il primo che non voglio perdere. Sarei masochista a pensare di mettere una squadra che non sia la migliore per vincere la partita. Poi ci sono altri momenti, ci sono 90 e più minuti, c’è questa gestione da fare e mi pagano per questo. Io scelgo in base alla forma dei giocatori, ad esempio uno ha tanta qualità e fisicamente non è a posto o in allenamento non mi dà le sensazioni giusti. Non è che hanno firmato per giocare sempre, gioca chi mi dà più garanzie. Pagano i leader domani? Sono io il leader, sono io che pago”.
“Si sta lavorando. In questo momento non voglio entrare nello specifico. Giampaolo sarebbe contento se dicessi qualcosa del genere. Stiamo lavorando, la settimana è stata importante per le dinamiche che vogliamo quando abbiamo e non abbiamo la palla”.
Sono passati 60 giorni da Riad. Dove ha sbagliato Sergio Conceiçao?
“Ho sbagliato come tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante. Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un’esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere”.
Dall’interno lei parla di ambiente negativo. Come lo state vivendo all’interno?
“Cerchiamo di essere molto concentrati sul lavoro. Zlatan e Moncada sono tutti i giorni qua per fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, fuori sono liberi di giudicare. Qualcuno è stato anche il mio allenatore… Sacchi due mesi fa ha detto che ero un signor allenatore, oggi mi spacca tutti i giorni. Lui ha avuto grandissimi campioni ed ha vinto, gli ho anche mandato un messaggio e non mi ha risposto. Viviamo del momento, c’è grande rispetto, le persone possono dire quello che vogliono”.usah e abbiamo anche pareggiato. La base di cui parlavo era l’ambizione che ci portava direttamente agli ottavi di finale. Parlare dopo una sconfitta… Io sono appassionato, vivo le cose in questo modo. Anche se vinco non ho un sorriso pieno, la vivo così tutti i giorni. Sono fatto così, è il mio carattere. Ho 50 anni, è difficile che cambierò. Neanche quando giocavo con i miei figli ero tranquillo, figuriamoci ora nel mio sogno professionale che è stare qua al Milan. È il mio modo di vivere le cose come allenatore. Questa base è avere questo atteggiamento e voglia di migliorare. La vedo? Sì, è chiaro. Altrimenti che ci stavo a fare qua. È difficile spiegare. Contro la Lazio i primi 15 minuti sono stati bruttissimi, ma non era stanchezza. L’ambiente era difficile per i giocatori. Devo stare con la mia squadra, con i miei giocatori e dargli gioia e piacere in un momento difficile. Come uomini e come persone a volte guadagniamo qualcosa in più se pensiamo alle cose positive”.
Udinese a Roma con il lutto al braccio per ricordare Bruno Pizzul
Lunedì sera, all’Olimpico, in occasione della partita di Serie A, Lazio-Udinese, la formazione friulana scenderà in campo con il lutto al braccio per onorare la memoria del giornalista sportivo Bruno Pizzul, scomparso ieri all’età di 86 anni. Pizzul aveva militato, come calciatore, tra le altre, anche tra le fila della società bianconera, prima di lasciare anzitempo la carriera per un grave infortunio al ginocchio. Negli anni, anche dopo la pensione dalla Rai, ha sempre mantenuto un rapporto di stretta collaborazione con il Club friulano. Era anche amico personale di Gianpaolo Pozzo, proprietario della squadra da quasi 40 anni e attualmente il decano nella massima serie calcistica.
Batticuore Lazio: in nove esulta con Isaksen a Plzen
Impresa all’ultimo respiro della Lazio in Europa League. Nell’andata degli ottavi di finale la squadra di Baroni batte 2-1 il Viktoria Plzen in extremis e indirizza la qualificazione ai quarti nel migliore dei modi in vista del ritorno tra sette giorni all’Olimpico. Dopo un gol annullato a Sulc per una posizione irregolare di pochi centimetri di Dweh, nel primo tempo alla Doosan Arena Romagnoli (18′) sblocca la gara di testa sugli sviluppi di un corner. Nella ripresa poi i cechi reagiscono e pareggiano i conti con un’incornata di Durosinmi (53′), ma nel recupero la Lazio piazza il colpo vincente in nove contro undici – espulsi Rovella (77′) e Gitot (93′) – con una perla di Isaksen (98′).
Roma all’ultimo respiro: Shomurodov a tempo scaduto batte l’Athletic
La Roma vince 2-1 in rimonta contro l’Athletic Club di Bilbao nel match d’andata degli ottavi di finale di Europa League e si regala un prezioso vantaggio in vista del match di ritorno. I giallorossi disputano un buon primo tempo, colpiscono una traversa con Dybala, ma vengono puniti a inizio ripresa dall’incursione di Inaki Williams. Reagiscono però alla grande e agguantano il pareggio dopo pochi minuti con Angelino. Poi, all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero, arriva la zampata del neo entrato Shomurodov che sancisce il successo dei ragazzi di Ranieri. Tra sette giorni il ritorno al San Mamés.
Conference League: Atene ancora amara, Panathinaikos-Fiorentina 3-2
Ancora una sconfitta per la Fiorentina a Atene. Stavolta è il Panathinaikos a battere i viola per 3-2 nell’andata degli ottavi di finale di Conference League. Primo tempo folle, con i greci avanti 2-0 grazie anche a un grave errore di Terracciano in occasione della seconda marcatura. Rimonta viola con Beltran e Fagioli, ma in avvio di ripresa un gol di Tete obbliga i gigliati alla rimonta nella gara di ritorno al Franchi in programma tra una settimana.
Juve a -6 dalla vetta ma nello spogliatoio vietato pronunciare la parola scudetto
Cinque vittorie di fila e quindici punti nelle ultime cinque partite contro i 7 dell’Inter capolista, i 4 del Napoli primo inseguitore, i 9 dell’Atalanta terza e gli undici della Lazio quinta hanno portato la Juve – attualmente quarta – a soli sei punti dalla vetta, a undici giornate dalla fine la classifica dice che i bianconeri sono in piena corsa scudetto. In una stagione così piena di alti e bassi e contraddizioni, però, dalle parti della Continassa si preferisce mantenere un sano realismo, le recenti eliminazioni da Champions League e Coppa Italia tengono basse le ambizioni a medio raggio tanto che, scrive Tuttosport, nello spogliatoio è vietato pronunciare la parola scudetto.
Non una resa o scaramanzia, sia chiaro, ma la volontà di guardare partita dopo partita per cercare di costruire quel che sin qui si è visto solo a metà: ottima organizzazione difensiva ma una manovra ancora farraginosa, tanti i giovani lanciati ma allo stesso tempo non c’è ancora un’identità precisa, senza contare i tanti cambi di formazione di Thiago Motta che non è stato aiutato dal rendimento di diversi rinforzi top arrivati nel mercato estivo, Koopmeiners su tutti.
MERCATO – Cammaroto svela a “NM”: “Napoli, Kean osservato speciale e non si molla Adeyemi, occhi puntati su Lucca, Osimhen-Juventus, ecco il piano di Giuntoli per l’attaccante
Billing spinge il Napoli nella volata per lo scudetto e la sfida contro la Fiorentina diventa uno spartiacque nella stagione degli azzurri. Dopo la rinfrancante prestazione con l’Inter ma dentro una striscia di 4 pareggi e una sconfitta, ora i partenopei devono cambiare passo. I 90 minuti contro i Viola saranno la chiave per avvicinarsi allo sprint in quella parte di calendario che potrebbe consentire al Napoli di scollinare verso il traguardo. Adesso però non si può più sbagliare e Antonio Conte è la garanzia, perché sa come si affrontano questi momenti della verità.
Intanto si registrano importanti novità di mercato. Capitolo Victor Osimhen: rumours sempre più insistenti sul tentativo della Juventus di arrivare all’attaccante nigeriano. Da un agente molto informato sulle vicende di casa Juve mi arrivano indiscrezioni su quella che sarebbe la strategia di Cristiano Giuntoli e in qualche modo si tratta di conferme su qualcosa che avevamo anticipato nelle scorse settimane. Avevamo detto: attenzione a quella che può essere la volontà o la non volontà da parte di Osimhen e del suo entourage di accogliere con favore le proposte che si presenteranno e quindi di assecondare la volontà del Napoli, soprattutto in caso di ok del club alla sua cessione. Sul bomber ci sono attualmente quattro top club europei: in rigoroso ordine di pressing e di chance, Manchester United, PSG, Chelsea e Arsenal. Ma eccola l’indiscrezione che se confermata sarebbe clamorosa: Giuntoli, avendo piena consapevolezza che la clausola dei 75 milioni vale solo per l’estero e che De Laurentiis non vuole sedersi a parlare con la Juve, si sarebbe mosso con l’intenzione di chiudere un’intesa con Osimhen cercando di spingere poi il giocatore e il suo entourage a fare muro sulle altre proposte e rifiutare le offerte che arriveranno. Un modo abbastanza chiaro per provare a mettere il Napoli spalle al muro. Una chiusura, insomma, per costringere il Napoli a trattare per non rischiare di avvicinarsi alla scadenza del contratto e quindi di perdere una somma importante.
Resto molto prudente sulla questione e rimangono dell’avviso che la pista Osimhen-Juve sia complicata e non bisogna romanzare la storia, ad oggi punterei 1 euro sulla cessione al Manchester United o al Psg, anche perché se Conte rimane al Napoli, come credo e spero che sarà, a quel punto Conte non ha nessuna intenzione di autorizzare un trasferimento di Osimhen alla Juve. L’impressione è che dopo il mercato di gennaio da incubo, il caso Osimhen diventerà già un bivio per Manna, che stavolta non può più sbagliare e che dovrà risolvere in fretta, molto in fretta, la questione, senza trascinarla per le lunghe.
Mercato in entrata: il Napoli non ha mollato Adeyemi, contatti ancora vivi con il tedesco per il dopo-Kvara. Ma l’altra novità molto importante riguarda l’attaccante che vuole prendere il Napoli per avere un bomber di primo livello da affiancare in rosa a Lukaku. Vengono seguiti diversi profili e uno di questi giocherà domenica contro il Napoli. Da qui a fine stagione ci sarà un osservato speciale: Moise Kean. Anche qui lo abbiamo detto con largo anticipo che si tratta di una pista che potrebbe decollare. C’è il gradimento totale di Conte sul giocatore, lo voleva già all’Inter e la sua crescita viene seguita con attenzione. Ha una clausola di 52 milioni e ha un contratto da 2,2 milioni che è nei parametri degli azzurri. Il Napoli riflette e potrebbe entrare nell’ordine di idee di pagare la clausola. Tra i nomi seguiti rimane Lorenzo Lucca, che però viene considerato soprattutto un’idea per allungare la rosa e coprire il vuoto che si potrebbe aprire a giugno con l’eventuale partenza di Giovanni Simeone.
Emanuele Cammaroto
Napoli Magazine
IL COMMENTO – Taglialatela: “Lotta Scudetto? Il Napoli può dire la sua fino alla fine”
Durante la trasmissione “Bordocampo – I Tempo”, in onda su Radio Capri, è intervenuto Pino Taglialatela, doppio ex di Napoli e Fiorentina:
Sul suo legame con il Napoli:
“Sicuramente queste sono partite particolari, ma il mio cuore è azzurro. Anche quando ero a Firenze, in tutte le squadre in cui ho giocato, ho sempre ribadito che, oltre ad aver vestito la maglia del Napoli, sono anche un grandissimo tifoso. Si sa che il mio tifo è tutto per il Napoli”.
Su Napoli-Fiorentina:
“La Fiorentina è una squadra importante, probabilmente non al livello delle prime tre, ma può mettere in difficoltà chiunque nel nostro campionato. Ha dimostrato, in alcune partite, di essere complicata da affrontare e difficile da battere. Credo che il Napoli si stia preparando bene per questa gara, perché è molto importante”.
Sulla punizione di Dimarco e la reazione di Meret:
“La posizione della punizione era centrale, quindi il portiere deve decidere quale lato coprire con la barriera: destra o sinistra cambia poco. Dobbiamo fare i complimenti a Dimarco, che ha fatto qualcosa di eccezionale, mandando il pallone all’incrocio con grande velocità. Per parare quel tipo di punizione, il portiere dovrebbe anticipare la traiettoria e partire in anticipo, lasciando scoperto un lato, ma nessun portiere lo fa su punizioni del genere. Quelle centrali sono le più difficili da parare, se non impossibili”.
Sul modulo del Napoli:
“Credo che il mister sia stato costretto a fare delle scelte, perché il Napoli ha dovuto fare i conti con diversi infortuni. Conte, in questo mese, ha fatto un miracolo: nelle trasferte romane era in vantaggio ed è stato sfortunato a subire gol, altrimenti parleremmo di tutt’altro. È un grandissimo allenatore e sa quando adottare le giuste strategie. In quel momento, il 3-5-2 è stata la soluzione migliore per il Napoli”.
Sulla lotta scudetto:
“Avere a che fare con il Napoli di Conte non è facile. Non dimentichiamoci da dove siamo partiti: ottenere una qualificazione in Champions League sarebbe già il massimo risultato possibile. Ora, però, ti trovi lì e devi provarci. Per come è fatto Conte, non lascerà nulla di intentato. Credo che il Napoli possa dire la sua fino alla fine”.
L’EX – Montervino: “Il Napoli da qui alla fine non sbaglierà più l’approccio alle partite”
“Per me la Juventus non è da temere perché è inferiore, anche in modo netto, alle prime tre. Nonostante il campionato mediocre che sta disputando – ha detto l’ex azzurro e d.s. della Virtus Francavilla Francesco Montervino a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live – è tornata in lizza, è a -6 ed ha l’unico obiettivo stagionale nel provare a vincere lo scudetto. Diciamo che un verdetto lo avremo con maggiore oggettività dopo la gara con l’Atalanta. Sarà crocevia per entrambe. Per me il Napoli da qui alla fine non sbaglierà più gare, e non dico con questo che le vincerà tutte. Ma non le sbaglierà da punto di vista dell’approccio, della mentalità e dell’intensità. La squadra di Conte ha acquisito una consapevolezza fondamentale per portare avanti un certo tipo di percorso. Ne sono straconvinto: Conte non penserà a nessun singolo giocatore di pensare in maniera distaccata rispetto al gruppo. Se non ci fosse stato Conte, il Napoli non avrebbe mai lottato da quest’anno per obiettivi così importanti. E’ una certezza che la società non possa fare a meno di lui. Antonio è un ‘comandante’, e al club serve un decisionista. Magari un futuro lo sarà un dirigente, ma per ora è il tecnico il leader. La Fiorentina si batte in un modo, non c’è scelta: con il palleggio. Quando il possesso l’hai tu fai correre a vuoto gli altri e questo modo di giocare ti permette di respirare, decidendo quando alzare e abbassare l’intensità. La Fiorentina è una squadra forte e che va attaccata, non subìta nel giro-palla. Questa è una partita in cui devi dominare e non essere dominato, per riuscire a portarla a casa. Come sarà difficile quella tra Juventus ed Atalanta. Stiamo a vedere come andrà questa giornata di campionato, perché potrà darci delle indicazioni interessanti anche per il futuro”.
L’OPINIONE – Gautieri: “Napoli, Raspadori e Lukaku funzionano bene insieme in attacco”
Carmine Gautieri, allenatore, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, su Radio Kiss Kiss Napoli: “Penso che Conte torni alla difesa a 4 domenica per mettere in difficoltà la Fiorentina che dovrebbe giocare col 3-5-2. Raspadori e Lukaku son due giocatori che vanno bene insieme, uno attacca la profondità e l’altro s’inserisce da dietro. Raspadori non è un esterno, il suo ruolo è quello di trequartista e lo sta facendo bene. Però se giochi con Raspadori devi giocare senza esterni d’attacco. Il Napoli deve partire col 4-3-3 e appena sta portando la partita a casa può passare al 3-5-2. Se parti col 3-5-2 rischi di tener fuori gli esterni forti che ha il Napoli. Okafor? Giocatore forte, ma va messo nelle condizioni giuste per esprimersi al massimo”.
Cagliari-Genoa 1-1
Una rete per tempo e per squadra riflette il sostanziale equilibrio in campo fra Cagliari e Genoa.
Un pareggio che però serve a poco in chiave salvezza ai padroni di casa, temporaneamente a +4 dall’Empoli, terz’ultimo in classifica, che sarà impegnato domenica in casa contro la Roma.
Prima metà gara all’Unipol Domus con il Cagliari in vantaggio grazie alla rete di Viola al 18’.
Equilibrio e molti contatti fisici nei primi minuti di gioco: Cagliari che prova a fare la partita ma il Genoa va in pressing. Al 9’ rete per i padroni di casa, annullata per offside: verticalizzazione di Obert per Piccoli che a tu per tu contro Leali, imbuca, ma il marcatore isolano era in fuorigioco millimetrico.
La squadra di Davide Nicola alza il livello della sfida: al 15’ Coman su calcio di punizione colpisce la base del primo palo: Leali sorpreso.
Al 18’ vantaggio dei padroni di casa. Dall’errore di Ekhator sotto porta di Caprile, rapido contropiede del Cagliari: Obert lancia Piccoli che dalla trequarti serve Viola. Controllo e conclusione imparabile per Leali.
Il Cagliari insiste nell’azione offensiva ma in chiusura di prima parte della gara il Genoa preme e ha le migliori occasioni per raggiungere il pareggio.
In apertura di ripresa al 47’ pareggio del Genoa. Iniziativa di Miretti per Ekuban che affonda e crossa in mezzo con Cornet che calcia e batte Caprile.
I liguri sfiorano il vantaggio con De Winter, ma il suo colpo di testa finisce al lato della porta di Caprile.
Il Cagliari, dopo essere stato raggiunto, fatica a rendersi pericoloso: a poco meno di 15’ dal temine della partita sono 6-0 i corner in favore del Genoa.
Ultimi 10’ di incontro con i padroni di casa in pressing, soffrono i liguri che faticano a risalire nella metà campo avversaria.
Al 2’ di recupero chance di Gaetano per il vantaggio del Cagliari ma sfuma ed è parità all’Unipol Domus
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