martedì 25 febbraio 2025

Calcio-News del 25-02-2025

 


Serie A, Roma-Monza 4-0: a segno Saelemaekers, Shomurodov, Angelino e Cristante


La Roma continua a correre a ridosso della zona valida per un posto in Europa. Nel posticipo che chiude la 26.ma giornata di Serie A la squadra di Ranieri travolge 4-0 il Monza, incassa la terza vittoria consecutiva e si porta a -2 dal sesto posto della Fiorentina a quota 40 punti. All'Olimpico va in scena un monologo giallorosso. Nel primo tempo Saelemaekers (10') sblocca il match con un gran sinistro a giro dal limite e Shomurodov (32') raddoppia i conti di testa su perfetto assist di Soulé. Nella ripresa poi ci pensano Angelino (73') e Cristante (88') ad archiviare la pratica con un sinistro chirurgico e una bella girata di testa. 


Claudio Ranieri può dirsi più che soddisfatto per la vittoria conquistata dalla Roma nel posticipo della ventiseiesima giornata di Serie A. I giallorossi hanno inflitto un secco 4-0 al Monza dimostrando come la squadra capitolina sia in grande forma e sia pronta ad avvicinare quella zona Europa che sino a qualche mese fa appariva un'illusione. 

"I ragazzi si stanno allenando bene sin dall'inizio, l'ho detto sin dall'inizio, e si vede che è uno spogliatoio sano. Per esempio un giocatore mi aveva chiesto di andare a giocare a padel, ma gli ho detto di no perché c'era allenamento. Paredes e Dybala mi hanno chiesto di lasciarlo andare e quando il gruppo chiede, non ci si può fermare - ha spiegato Ranieri ai microfoni di Sky Sport -. Stiamo facendo bene, ma ogni partita fa a storia a sè. Sto già pensando al Como che ci ha battuto in campionato. È una squadra in piena euforia, Fabregas è uno dei top manager in Europa, per cui la mia mente è già al Como". 

A questo punto la forza della Roma sta nella capacità di aver ritrovato dei giocatori che, sino a qualche settimana fa, venivano considerate delle riserve e che oggi stanno prendendosi sulle spalle la formazione capitolina. Un'impresa frutto del grande lavoro di Ranieri che ha dato fiducia a giocatori come Matias Soulé ed Eldor Shomurodov: "Soulé ha fatto una grande partita contro il Napoli raddoppiando il proprio difensore. Ho sempre creduto a questo giocatore che è arrivato per sostituire Dybala - ha sottolineato il tecnico romano -. Gli ho detto che il futuro della Roma sarebbe stato lui perchè, quando si allena, si vede che ha qualcosa in più. Deve fare come Baldanzi lo scorso anno: entrare, fare qualcosa di bene e poi prendere fiducia. Soulé ha i colpi da campione, ma deve sistemare ancora qualcosa". 

A questo punto la Roma può puntare in grande come ricordato da Ranieri, però sarà fondamentale non perdere mai il faro e soprattutto sfruttare il sostegno dei tifosi: "La cosa più importante è esser riuscito a rendere orgogliosi i supporters di questi ragazzi. Si fidano di loro, sanno che possono sbagliare, ma li aiutano anche nei momenti di difficoltà - ha concluso l'allenatore giallorosso -. Dobbiamo continuare ad andare avanti così ogni partita. Stimo tantissimo il Como. E' una squadra dura, abbiamo visto quando ha fatto con il Napoli, ma lo abbiamo vissuto anche sulla nostra pelle. Poi ci sarà l'Europa League e anche lì sarà una partita importantissima. Abbiamo ripreso il campionato, a fine anno vedremo cosa accadrà".


Vlahovic, no a Mourinho e… Juventus: vuole la Premier League


Il decisivo gol contro il Cagliari rilancia le ambizioni di Dusan Vlahovic per un finale di stagione al top, che poi sembra il miglior modo per chiudere l’avventura con la Juve visto che il suo futuro sembra ormai segnato. I colloqui per il rinnovo del contratto in scadenza 30 giugno 2026 non solo non hanno prodotto risultati ma ora risultano proprio fermi: la proposta dello scorso settembre, firmata Giuntoli, abbassava lo stipendio dagli attuali 12 milioni a stagione sino a 8-9 con nuovo termine il 2030. Una proposta che decisamente non ha scaldato l’agente

Vlahovic via a fine anno, dunque. Ma dove? Non in Arabia Saudita, che a gennaio aveva offerto un contratto di tre anni a mezzo a 20 milioni di euro a stagione. L’idea di Dusan, infatti, è di continuare nel calcio che conta, stesso motivo che lo ha portato a rifiutare la corte del Fenerbahce di Mourinho, che lo vorrebbe il prossimo anno visto che Dzeko, 39 anni a marzo, è in scadenza.

Il sogno si chiama Premier League, dove potrebbe continuare a guadagnare lo stipendio attuale e dove la competitività resterebbe ai massimi livelli. Prima, però, c’è un finale di stagione da fare al top chiudendo l’avventura bianconera aiutando la squadra a conquistare la qualificazione alla prossima Champions e, magari, alzare di nuovo la Coppa Italia.


Spalletti: “Inter e Napoli danno vita a un grande duello”


“L’Inter ha un vantaggio certamente, ma con il Napoli sarà un bel duello e una bella sfida, può dire tanto sulla corsa scudetto. Non vedo l’Inter al top da un po’ di partite, siccome ha quel livello altissimo di potenziale penso lo possa esprimere da un momento all’altro. Il Napoli da parte sua ha fatto partite straordinarie”. Così il ct dell’Italia, Luciano Spalletti che poi ha concentrato la sua analisi sugli azzurri. “Il Napoli sta facendo un campionato eccezionale, io faccio i complimenti a Conte non solo per punti e le vittorie ma perché quello che fa vedere è ben riconoscibile, sa quello che vuole. La squadra sa stare in campo e mette in atto un piano che i calciatori sanno riconoscere negli allenamenti. Sono convinto che oltre ad Atalanta e Inter, il Napoli sarà in lotta fino in fondo per il titolo e può darsi che si possa inserire ancora qualcuno, perché ne ho viste di tutti i colori”, ha aggiunto Spalletti.


Ibrahimovic: “Cardinale ti dà responsabilità e in cambio vuole risultati”


Da casa rossonera parla Ibrahimovic: “Il Milan è centrale nei piani di RedBird. Voglio riportare il club dove gli spetta”, racconta il dirigente, che poi aggiunge: “Siamo il rock and roll, la nuova scuola, Cardinale ti dà responsabilità e in cambio vuole risultati”.



Fiorentina, sollievo Kean: test negativi e dimesso dall’ospedale di Verona


“ACF Fiorentina comunica che Moise Kean, nella notte, è stato dimesso dall’ospedale di Verona e ha fatto rientro a Firenze. I test clinici e diagnostici effettuati sono risultati tutti negativi”. Questa la nota della società viola sulle condizioni dell’attaccante viola che ieri a Verona in uno scontro di gioco era stato colpito alla testa e, rientrato in campo dopo essere stato medicato per un taglio all’arcata sopraccigliare, si era poi accasciato a terra ed era stato portato all’ospedale della città veneta per accertamenti. Il giocatore è già rientrato a Firenze.

Il secondo tempo del match tra Verona e Fiorentina è iniziato da circa 10 minuti quando in uno scontro di gioco Kean si infortuna all’arcata sopraccigliare. Un punto delicatissimo, il sangue esce copioso e il giocatore viola è soccorso dallo staff medico per lunghi minuti nel tentativo di bloccare la ferita. Suturato direttamente in campo Kean rientra dopo essersi cambiato la maglia sporca di sangue. Ma dopo pochi minuti crolla a terra, da solo, dopo aver subito poco prima un altro colpo anche in questo caso assolutamente fortuito. Momenti di ansia al Bentegodi con Kean che sembra quasi perdere i sensi per qualche istante. Esce in barella tra gli applausi del pubblico.



MR Z - Napoli, serve una scossa


NAPOLI - Dolorosa premessa: il tanto decantato Como che a sentire entusiasti commentatori e aedi televisivi e non solo è più o meno sullo stesso piano, quanto a qualità tecniche della rosa e a organizzazione di gioco, del Real Madrid di Carlo Ancelotti, fino a domenica mattina era relegato a quattro punti dalla terzultima posizione di classifica, quella che a fine campionato condanna le squadre alla retrocessione in serie B. Questa considerazione rende ancor più amare le osservazioni che mi appresto a fare. Il Napoli ha perso la partita contro una squadra tutto sommato modesta che forse riuscirà a salvarsi e della quale, considerati i reali valori tecnici esistenti, avrebbe dovuto fare un sol boccone. Dunque c’è la conferma che nella gioiosa macchina da guerra che fino a un mese fa aveva dimostrato di essere la squadra di Antonio Conte qualcosa si è inceppato. Ce ne eravamo già accorti guardando ciò che era accaduto nelle precedenti tre giornate di campionato. Ma ora c’è una conferma. Ci sono troppe cose che non funzionano. È chiaro che non tutto è perduto e che non dobbiamo piangerci addosso perché la capolista Inter può essere battuta e nuovamente scavalcata già a partire da sabato prossimo. Tuttavia esaminare la situazione con crudo realismo e individuare quali siano le criticità emerse è un dovere comune per chi ha a cuore le sorti del Napoli. Il primo problema che balza evidente agli occhi è grave e al tempo stesso irrisolvibile: le carenze della rosa a disposizione dell’allenatore. Ne abbiamo già parlato diffusamente nelle passate settimane e non è il caso di tornarci su. Cosa fatta, capo ha. È chiaro che alla squadra serve una scossa e Conte non gliela può dare sul piano tattico perché le risorse umane sono quelle che sono e l’allenatore - che è uno dei migliori al mondo, ricordiamolo - non può fare miracoli. Però un po’ di coraggio nelle scelte lo può avere. Ad esempio è utile e produttivo continuare a schierare dal primo minuto Lukaku il cui apporto alla squadra è talmente scarso da apparire addirittura imbarazzante? E Lobotka? Lo slovacco è in questa fase della stagione la controfigura sbiadita del miglior regista del campionato che aveva dimostrato di essere fino a qualche tempo fa. E Politano? Mai incisivo e mai decisivo nelle ultime uscite e d’altro canto è più che giustificabile se si tiene conto della quantità enorme di energie che ha dovuto spendere fino a ora per la generosità sempre dimostrata in campo e per la tipologia del suo impegno sul piano tattico. Poiché il problema del Napoli sembra essere al momento una stanchezza psicofisica che probabilmente è figlia delle scarse disponibilità di ricambi, una soluzione potrebbe essere quella di privilegiare l’utilizzazione di chi dimostri di avere una buona condizione atletica e di essere motivato al punto giusto. Il migliore (o il meno peggiore) tra gli azzurri nell’infelice uscita al Sinigaglia mi è parso essere stato Billing (una vera sorpresa positiva, per quel che mi riguarda) e anche Okafor nei pochi minuti giocati ha dimostrato di avere nelle gambe spunto e velocità che gli hanno permesso di superare il diretto avversario e creare superiorità numerica. Cosa rara nel Napoli di quest’anno. Presumo che l’ex attaccante del Milan non sia ancora in grado di giocare per 90’ ma almeno per un tempo ci si potrebbe avvalere della sua freschezza di gambe e di testa, rispolverando il 4-3-3 un modulo che darebbe maggior sicurezza anche alla difesa, disorientata (vedi Rrahmani) da un modulo a tre al quale non è abituata. Rimane infine accesa la speranza che il preparatore atletico abbia preparato i calciatori a un finale di stagione nel quale siano in grado di correre di più degli avversari. Se così fosse a breve scadenza dovrebbe cominciare la risalita sul piano atletico anche di chi oggi appare più fermo sulle gambe. Certo il tempo a disposizione non è molto. Fino a prima delle ultime quattro partite (tre punti incamerati sui 12 disponibili) la distanza dalla quinta in classifica sembrava incolmabile. Oggi la Lazio è a 9 lunghezze. Non sono poche, ma per mantenere lontane le pretendenti a un posto nella Champions League del prossimo anno il Napoli non potrà più essere quello sbiadito e inconcludente che abbiamo visto a Como.

Mario Zaccaria


Napoli Magazine


Osimhen sul futuro: "Non so dove andrò, ma fatemi dire una cosa"


Victor Osimhen non ha ancora preso decisioni sul futuro. Lo ha confermato proprio lui ieri a fine partita dopo il derby col Fenerbahce di Mourinho: "Futuro? Al momento non lo so. Fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe mai pensato neppure al Galatasaray e molti pensavano anche che sarei andato via a gennaio. Io personalmente vivo al momento".

Non so cosa accadrà in estate - ha aggiunto Osi -, ma posso dire che sono innamorato di questi tifosi, amo questo club, il presidente, lo staff, adoro chiunque sia associato al Galatasaray. Per me è davvero un privilegio essere qui e mi sto godendo questa esperienza", le sue parole riportate dalla Turchia. Osimhen a fine stagione tornerà a Napoli. Ha una clausola da 75 milioni valida solo per l'estero. Da tempo si interessano a lui club arabi e inglesi. Il futuro è un'incognita. Di sicuro non sarà difficile trovare un club disposto a coprire la clausola dato che Osi continua a segnare. 


Sky, Ugolini: "Tweet ADL è per paura di perdere la Champions?"


Massimo Ugolini, giornalista Sky, è intervenuto a Canale 8 a Ne Parliamo il Lunedì parlando del momento che sta vivendo il Napoli dopo il ko di Como: "Questo sistema non porta a nulla, porterà a cosa? A Conte che dopo un'altra stagione lascerà come Benitez, Ancelotti e Spalletti? Il messaggio del presidente è sicuramente di vicinanza e partecipazione, ma perché? Perché si perde il quarto posto o perché realmente vuole lanciare un messaggio per dire: teniamo duro che a giugno mettiamo un altro mattoncino", le sue parole. 



Il 3-5-2 non funziona: Conte con l'Inter torna al passato, resiste un dubbio


Napoli subito in campo dopo la delusione. La trasferta di Como, che per tutti doveva segnare il riscatto dopo tre pareggi ed il contro-sorpasso all'Inter, ha invece acuito le difficoltà della squadra di Antonio Conte verso lo scontro diretto con l'Inter. Partenopei dunque immediatamente a lavoro a Castel Volturno per iniziare l'avvicinamento che porterà alla sfida ai nerazzurri, ma anche ad un nuovo cambio di sistema di gioco. Il passaggio al 3-5-2, per l'infortunio di Neres e la poca fiducia in Ngonge e le condizioni precarie di Okafor, s'è rivelato poco produttivo ed in questo senso Conte è pronto a cambiare di nuovo e trovare nuovi correttivi per riprendere anche il filo del gioco smarrito da diverse settimane.



La fase difensiva non è più il punto di forza

Non soltanto il Napoli ha visto scendere la produzione offensiva (con il solo Raspadori a suo agio nel nuovo sistema di gioco). Il vero problema tra Lazio e Como è stata la fase difensiva con automatismi che necessitano di tempo per poter funzionare, come in occasione del secondo gol del Como: sì, la palla persa ed il mancato fallo tattico, ma anche le titubanze di Rrahmani nel rompere la linea ed i braccetti che non stringono a protezione. Il Napoli a cui era difficile anche tirare in porta ora invece sbanda paurosamente. Nel 3-5-2 in tanti hanno visto calare il proprio rendimento: da Di Lorenzo, troppo bloccato in fase difensiva da braccetto per contenere Diao, a tutta la catena di destra con Politano ed Anguissa senza automatismi e le solite rotazioni. Anche Lukaku e McTominay si sono ritrovati a calpestare zone e replicare movimenti già di Raspadori.


Si torna al 4-3-3. Ma Raspadori?

Verso l'Inter è molto probabile il ritorno al vecchio sistema di gioco, anche perché Conte recupera man mano pezzi importanti: dopo Leonardo Spinazzola è rientrato in gruppo anche Mathias Olivera. L'uruguayno dovrebbe agire basso a sinistra con l'ex Roma che può alzarsi da esterno alto, come già fatto con buoni risultati nella trasferta di Firenze. All'occorrenza, dopo quasi un mese di lavoro, Okafor ora può rappresentare quantomeno un'alternativa credibile nel secondo tempo. Il dubbio ovviamente è legato a Raspadori, reduce da due gol in due partite, che non avrebbe collocazione: da esterno sarebbe adattato e da centrale finirebbe in concorrenza con Lukaku. Il belga non attraversa certamente il suo momento migliore, ma tenerlo fuori con l'Inter sarebbe una mazzata anche dal punto di vista mentale. Riflessioni che accompagneranno Conte.


Adani sicuro: "Se l'Inter batte il Napoli, finisce il campionato"


Al podcast Viva el Futbol l'ex difensore e oggi opinionista tv Lele Adani ha commentato la vittoria dell'Inter contro il Genoa e lo scontro scudetto di sabato con il Napoli: "Ero allo stadio, vedevo le azioni e dicevo 'Non c'è Luis Diaz che punta e dribbla'. O crossa di prima, o passa la palla al compagno. Quando deve attaccare nello stretto, non c'è neanche Perisic che fa il doppio passo. Se la partita non si stappa, allora serve il calcio piazzato, serve Lautaro. Vittoria comunque pesante".


"Napoli-Inter? Se l’Inter vince finisce il campionato. Taglia fuori il Napoli vincendo. Ora lo scontro è a tre, ma è decisivo? Se vincesse Inzaghi sì perché prenderebbe sicurezze importanti".



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