martedì 29 ottobre 2024

News calcio 29 Ottobre 2024


 Parma, Pecchia tra passato e presente: “Partita speciale. Man? Per noi importantissimo”

Juventus-Parma per mister Fabio Pecchia sarà una partita speciale. Il tecnico dei Crociati ha infatti un passato in bianconero nella stagione 1997-98 come giocatore e nella 2019-20 come allenatore dell’Under 23. Nella conferenza stampa di rito della vigilia ha presentato così la sfida.


“La Juve per me rappresenta un passaggio importante nella mia carriera: lì ho conosciuto tante persone che mi hanno arricchito anche dal punto di vista umano”, ha dichiarato Pecchia. Il passato in bianconero, però, domani sarà sicuramente messo da parte visto che il Parma ha raccolto una sola vittoria in Serie A, contro il Milan ad agosto, e si trova al diciassettesimo posto in classifica.


Per quanto riguarda gli 11 che domani sfideranno gli uomini di Thiago Motta, il tecnico dei Ducali ha ancora qualche dubbio da risolvere: “Devo tener conto della partita e delle condizioni di qualche calciatore per come è uscito. Il gruppo complessivamente sta bene, mercoledì avremo ancora qualche ora per valutare e per mettere la migliore formazione prima di affrontare la Juve“. Pecchia però può sorridere per le buone notizie che arrivano dall’infermeria: “Abbiamo recuperato Osorio, anche lui è del gruppo. Un gruppo quasi al completo, naturalmente all’interno non c’è una condizione simile fra tutti, per diverse situazioni”.


Sulle condizioni degli altri calciatori, l’allenatore gialloblù ha precisato: “Qualcuno è in crescita, vedendo anche le partite. Come Charpe che ha giocato 45 minuti ad alto livello, lo stesso Almqvist e Cancellieri. Poi all’interno del gruppo ci sono calciatori come Benek ed Estévez che recuperano dagli infortuni, quindi la loro forma sta migliorando ma non può essere al top, naturalmente.  Dennis Man, invece, attraversa un momento particolare, perché dopo la stagione straordinaria che ha disputato, ha avuto gli Europei, continua a giocare e anche tanto. Il suo inserimento è quello di un calciatore forte e per noi importante, probabilmente anche in questo periodo, dal punto di vista atletico, sta vivendo un calo fisiologico”.


Infine, per quanto riguarda gli avversari, Pecchia si aspetta la solita Juventus: “Avrà una grande spinta da parte del pubblico, giocherà e farà un grande possesso con tanti calciatori di qualità sia in mezzo che sulle fasce“.


L’Inter e il peso del “non” mercato estivo: un problema che ora condiziona Inzaghi


Da domenica a mercoledì, dalla Juve all’Empoli: un po’ per necessità e un po’ per scelta, Inzaghi cambia poco, molto poco. Acerbi e Calhanoglu sono ancora indisponibili, Carlos Augusto ne ha ancora per due settimane almeno e Asllani sta meglio ma non così bene da poter partire titolare. Gli avvicendamenti potrebbero riguardare le coppie Bisseck-Pavard e Darmian-Dumfries. Niente stravolgimenti, dunque. A centrocampo ancora Zielinski con Barella e Mkhitaryan e, soprattutto, in attacco ancora Lautaro e Thuram. Più o meno imprescindibili.


Scelte, passibili di conferma, che per quanto in parte determinate da necessità oggettive (gli infortuni) inducono tuttavia a una considerazione: all’Inter di oggi manca il mercato estivo. Proviamo a spiegarci. L’investimento più oneroso, Martinez, siede costantemente in panchina: sinora zero minuti in campionato e zero in Champions. In linea teorica, visto che è stato preso per fare il secondo di Sommer, nulla di anormale, non fosse solo per il fatto che, come detto, è stato il giocatore su cui si è concentrato il massimo sforzo di spesa (già di per sè molto limitata). In difesa è arrivato Palacios: acquisto futuribile, oggi non è considerato un’alternativa spendibile. Gioca invece Zielinski, al momento per necessità soprattutto: al netto dei suoi infortuni e fino a quello di Calhanoglu, l’impiego del polacco era stato comunque misurato. Infine l’attacco. In campionato Taremi ha messo assieme 190 minuti, una soltanto schierato titolare (contro il Lecce), per il resto solo scampoli finali, compresi i tre minuti più recupero di domenica contro la Juve.


Meglio, come minutaggio, in Europa: 256 minuti, qui sempre titolare e sostituito contro lo Young Boys. Una volta soltanto però in gol, in Champions contro la Stella Rossa. Poco per chi avrebbe dovuto e dovrebbe permettere a Lautaro o Thuram di rifiatare. Più che altro utilizzato in coppia con Arnautovic in un tandem in ogni caso dallo scarso feeling calcistico: quando i due, assieme, hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra hanno deluso, demandando ai titolari la risoluzione dei problemi, come settimana scorsa contro lo Young Boys (fa eccezione la sola partita contro la Stella Rossa). Anche questo – meglio, tutto questo – diventa inevitabilmente un fattore quando si deve affrontare una stagione lunga, intensa e difficile, sulla quale stanchezza e infortuni hanno inciso, incidono e continueranno a farlo.


Rodri si gode il Pallone d’oro: “Il successo della normalità…”


Il Pallone d’Oro 2024 lo vince Rodri. Primo trionfo in carriera per il centrocampista spagnolo, classe 1996, che ha vinto la concorrenza dei madrileni (e assenti) Vinicius, Bellingham e Carvajal. Fuori per infortunio da fine settembre, quando ha riportato la lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro, Rodri si è imposto grazie ai trionfi nella scorsa stagione con Manchester City (Community Shield e Premier League) e Spagna, trascinata al successo nell’Europeo e venendo premiato come miglior giocatore del torneo. Salito sul palco del Theatre du Chatelet in stampelle, Rodri si è emozionato ringraziando chi gli ha permesso di trionfare: “È una notte incredibile per me. Devo ringraziare moltissime persone per essere ancora qui. Oggi è un giorno speciale per me, la mia famiglia e il mio Paese. Ringrazio mia moglie Laura, non sarebbe stato lo stesso senza di lei. Non dimentico i miei compagni di squadra. Gioco nel club migliore del mondo. Grazie anche alla Spagna con cui ho vinto l’Europeo. E poi c’è Carvajal, che ha avuto il mio stesso infortunio e meritava di essere qui. Anche Lamine lo vincerà presto“.


Rodri ha quindi sottolineato l’importanza della Spagna, che ha dominato questa edizione del Pallone d’Oro: “Questa è la vittoria del calcio spagnolo. Lo dedico a chi non l’ha vinto come Xavi, Iniesta e Casillas. Un giorno al Villarreal pensavo di smettere, convinto fosse tutto finito e che quel sogno non fosse possibile. Mio padre mi ha ridato tutte le motivazioni”. Il centrocampista spagnolo ha aggiunto dettagli a livello tecnico e personale: “Sapevo che dovevo migliorare ancora e l’ho fatto negli ultimi anni. Ora penso di interpretare il ruolo in modo più moderno: oggi bisogna rendere anche come un attaccante. Sono un ragazzo normale, gentile coi miei compagni. Puoi avere successo anche essendo normale. Questi sono valori fondamentali per me. L’infortunio? Cerco di trovare il lato positivo. Ora festeggerò il Pallone d’Oro con chi mi vuole bene”.


Serie A: Cagliari-Bologna 0-2

Il Bologna espugna Cagliari con un netto 0-2 LA CRONACA


Un gol per tempo bastano al Bologna di Vincenzo Italiano per imporsi su un buon Cagliari che non ha sfruttato le occasioni create.Nel primo tempo è Orsolini a sbloccare la partita al minuto 35, mentre nella ripresa tocca ad Odgaard siglare la rete del definitivo 0-2 con un tiro potente dalla distanza al 51°.Dopo il gol del doppio vantaggio Davide Nicola ha giocato tutte le armi del suo arsenale per provare a scardinare la difesa del Bologna che ha assorbito(non senza sofferenze) la carica degli avversari con ordine.


Clamorosa la doppia occasione avuta dal Cagliari al 58° con Gaetano e Marin che hanno trovato in Skorupski un ostacolo insormontabile.


Cagliari-BOLOGNA 0-2 al 51'!! Lucumì liberato sulla sinistra mette palla rasoterra all'indietro per l'accorrente Odgaard che con un tiro potente di prima intenzione trova il suo secondo gol in campionato trafiggendo Scuffet ancora sul suo palo!


Cagliari-BOLOGNA 0-1 al 35'!! Moro vince un contrasto a centrocampo e da palla a Ndoye, che vede l'inserimento di Castro e lo serve. Velo intelligentissimo dell'argentino così la palla arriva ad Orsolini che invece di rientrare sul sinistro scarica un destro potente sul primo palo piegando le mani a Scuffet!


Serie A: Lecce-Verona 1-0


Il Lecce conquista la seconda vittoria in questa Serie A, salendo così a otto punti in classifica e staccando, seppur provvisoriamente, di due lunghezze il Genoa e di tre il Venezia (sempre ultimo).


Settimo ko in campionato invece per l'Hellas Verona, che resta per stasera al 14° posto con nove punti. Dorgu, l'autore del gol. 

ALL'82' ESPULSO BELAHYANE. Già ammonito, il calciatore dell'Hellas commette fallo su Dorgu e poi manda platealmente a quel paese il direttore di gara. Altro giallo e allora cartellino rosso per somma di ammoninizioni. Ingenuità colossale di Belahyane.


LECCE-Hellas Verona 1-0 al 51'! Rete di Patrick Dorgu. Cross dalla sinistra di Banda, Coulibaly non riesce a deviare a centro area ma sul secondo palo sbuca il solito Dorgu, il quale insacca di testa in tuffo. Inizialmente Mariani annulla per fuorigioco, ma il VAR conferma la bontà della rete. 


Al 40' ESPULSO TCHATCHOUA. Cartellino rosso per DOGSO, poiché il giocatore gialloblù travolge un Dorgu lanciato a rete e senza avversari tra sé e Perilli. Punizione interessante per il Lecce. 


AL 35' ALTRA RETE ANNULLATA AL LECCE. Mariani annulla per fuorigioco di Dorgu, il quale era in traiettoria sul destro di Rafia. Deviazione involontaria di un avversario che però, come da regolamento, non rimette in gioco l'esterno giallorosso. 


AL 21' ANNULLATO GOL AL LECCE. Angolo dalla sinistra per i padroni di casa, Dorgu devia di spalla in rete e si gode l'esultanza coi compagni ma il direttore di gara annulla la rete. Fallo dello stesso Dorgu su Tchatchoua, si resta così sullo 0-0.



Fedele: “Il Napoli può vincere a Milano. Il fattore Conte è decisivo, ma non bisogna prendere sotto gamba i rossoneri”


Enrico Fedele parla a Marte Sport Live: “Non ho dubbi che il Napoli possa vincere domani sera contro il Milan, perché ha il ‘fattore C’: non avrà problemi… C’è, però, una trappola da evitare, nel senso che  il Milan non è forte in difesa, non avrà il miglior centrocampista, il miglior terzino ed Abraham, un attaccante di peso, ma non per questo andrà affrontato sottogamba. Leao, inoltre, non giocherà: ci sarà Okafor. Il calciatore davvero importante, però, è Pulisic: è un po’ come Kvaratskhelia, ma dal lato opposto. Attenti a non sottovalutare il Milan solo perché avrà diverse assenze. Non penso che si avvertirà troppo l’assenza di Lobotka, mica è Pirlo? Lo slovacco non può arrivare a quei livelli. In sua assenza, c’è come sostituirlo. Mazzone diceva che il pane è l’alimento dei poveri, e sarebbe la tattica; poi esiste lo champagne, che sarebbe il talento. Gilmour ha qualità diverse, mentre lo slovacco è tecnicamente migliore e sa usare benissimo il corpo, lo scozzese si fa preferire tatticamente. Nel recente passato hanno offeso un allenatore come Allegri per il calcio all’italian, invece ora premia un allenatore che concede un tempo agli avversari e poi segna il gol, anche con un po’ di fortuna. Poi c’è chi SI entusiasma per il 4-4, con il Napoli che deve ringraziare l’Inter che ieri è andata avanti in modo dissennato sprecando una vittoria avendo sbagliato altri gol. Nel Napoli c’è in questo momento anche una chiara medicina, il fattore “C”, ovvero fattore Conte. La serie A è ormai il quarto-quinto campionato europeo, con tanti gol e tanti errori. Dov’è il calcio italiano? Conte invece ha la mentalità e la tuta del metalmeccanico, ovvero del calcio italiano e non gira in frac come Thiago Motta. Secondo me non è contento dei primi tempi e non credo sia felice e non sa spiegarsi il rendimento di Lukaku. Però è un allenatore furbo che sa leggere bene le partite. Il Napoli è una squadra che non può o sa imporre il gioco, quindi sa adattarsi all’avversario e alle partite”.



D’Agostino: “Gilmour non farà rimpiangere Lobotka. Lo scozzese sta facendo bene e può soltanto crescere”


Gaetano D’Agostino parla a Marte Sport Live: “Lobotka è un giocatore importante e mancherà contro il Milan domani, tuttavia Gilmour ha disputato una buina gara col Lecce sabato, in crescendo rispetto all’esordio con l’Empoli. Lo scozzese mi piace, è un degno sostituto dello slovacco e la continuità non può fargli che bene.  Il Napoli non ha giocato così male come si dice sabato scorso. Dobbiamo sempre tener conto che il Lecce è una squadra che si chiude molto e ormai, secondo me, l’80% delle partite contro il Napoli sarà così: per questo, Conte deve trovare qualche alternativa di gioco in più per rendersi più imprevedibile. In un paio di azioni, il Lecce ha rischiato anche di far male al Napoli in ripartenza e di trovare la via. Strategicamente il Napoli di Conte magari lascia giocare gli avversari per poi stanarli con calma.   Domani col Milan si giocherà parti invertite, col Napoli che avrà più spazi? Sicuramente, per mentalità e storia, il Milan non giocherà come il Lecce. Il Milan, però, non è il Lecce come mezzi tecnici e pericoli che può crearti. Il Napoli, se ha spazi tra le linee, può esprimersi meglio rispetto a gare in cui sfidano squadre che restano basse e mettono il cosiddetto ‘pullman’; davanti alla porta. Nella mentalità del Napoli, vincere le partite 1-0 così è comunque sinonimo di grande cinismo: è un aspetto da non sottovalutare nella corsa al titolo”


Brambati: “La trasferta di San Siro misurerà la forza del Napoli. Conte proverà a vincere subito. Ha l’organico adatto”


Massimo Brambati parla a Marte Sport Live: “Sicuramente la gara col Milan è la prima di una serie di partite che misurerà la forza del Napoli e anche la mano di un allenatore che incide molto. Vedremo domani sera a che punto è il lavoro di Conte. E’ un test di prova per capire se il Napoli lotterà sino alla fine per lo scudetto e secondo me la risposta è affermativa. Conte è abituato solo a provare a vincere e anche perché la rosa è attrezzata per competere. La vittoria, poi, dipende da tante altre cose. Sicuramente il Napoli dovesse fare bene dopo questo mese avrebbe il vantaggio di non giocare le coppe e di non avere neanche l’ingombro a gennaio di disputare la Supercoppa, con viaggio a Ryhad e recuperi delle gare di campionato da disputare. Tutti questi elementi in mano a uno come Conte possono essere determinati. Per quanto riguarda la condizione fisica, può starci che Conte e il suo staff abbiano caricato molto anche di recente in vista Per esempio si sono accorti che uno come Lukaku è arrivato molto indietro rispetto a quanto si aspettassero, immagino che abbiano fatto carichi importanti, con un lavoro fisico i cui effetti ancora non si vedono ma che emergeranno a breve. Perché se Conte resta primo è difficile raggiungerlo? Perché lui incide molto sul gruppo, è capace di tirar fuori da tutti i giocatori l’applicazione, la concentrazione e la capacità di raggiungimento del risultato che molti allenatori non hanno. Per esempio se ieri Conte fosse stato sulla panchina dell’Inter, i nerazzurri avrebbero portato a casa la vittoria. Con tutto il rispetto di Simone Inzaghi che sta facendo un grande lavoro”  


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