Torino-Venezia 1-1: che spavento il malore di Vanoli
Saranno stati sette, dieci, al massimo una quindicina di secondi, eppure sono sembrati lunghissimi e interminabili. In quel momento, lo stadio Olimpico Grande Torino si è ammutolito di colpo, mentre stava esultando a gran voce per il rigore appena concesso per i granata che dopo Vlasic trasformerà. La scena successiva con Paolo Vanoli che d’improvviso è andato giù per terra davanti alla sua panchina, rimbalzando sulla schiena ha spaventato tutti. Poi l’allenatore del Toro si è rialzato da solo, si è trovato di fronte Maripan che quasi d’istinto, come un naturale gesto d’amore, lo ha abbracciato e baciato sul viso. E lì lo stadio è tornato a respirare, è uscito da quella bolla di paura nella quale era piombato. Di Francesco è corso dalla sua area tecnica per abbracciarlo. E un attimo dopo si è alzato dalla curva Maratona il coro liberatorio “Paolo Vanoli, Paolo Vanoli, Paolo Vanoli”. Per chi era presente ed ha assistito alla scena, è stato come riemergere da un momento di smarrimento.
De Laurentiis tra l’obiettivo scudetto e… il futuro di Conte!
Di rientro, previsto tra oggi e domani, dalle Maldive, sarà fitta l’agenda di impegni del presidente De Laurentiis. Lunedì, salvo imprevisti, incontro con il sindaco Manfredi, di mezzo c’è la questione stadio: la priorità per il numero uno del club, la speranza è di portare a Napoli l’Europeo 2032 inserendo il Maradona tra gli stadi che ospiteranno la manifestazione. Di mezzo c’è la ristrutturazione e la riapertura del terzo anello e la riqualificazione delle zone circostanti lo stadio. Nell’incontro si discuterà con il Comune del progetto di investimento privato su suolo pubblico così da ottenere in cambio la gestione dello stadio per 99 anni oltre ai diritti di superficie.
Il secondo appuntamento settimanale tra martedì e mercoledì riguarda il nuovo Centro Sportivo. Al di là dell’aspetto progettuale (campi, piscina, foresteria, campo con tribuna per ospitare le partite di Youth League) la scelta della località deve rispondere a due requisiti fondamentali. Il primo: la viabilità, tradotto, il luogo prescelto dovrà avere vie di accesso e di comunicazione efficienti e facilmente percorribili. Il secondo: dovrà essere una località che consentirà un facile e rapido accesso ai tifosi e che dovrà poi avere una serie di infrastrutture che permetterà di essere vissuta 7 giorni su 7 da famiglie, bambini, adulti. Qualiano al momento sembra essere tra le varie opzioni quella più concreta.
Portati a termine questi primi impegni, l’agenda presidenziale prevederebbe, usiamo il condizionale, il faccia a faccia con Antonio Conte, dovrebbe essere presente anche il direttore sportivo Manna. L’incontro tra le parti è previsto in città. Un tavolo per trovare un punto d’incontro, dopo le dure parole dell’allenatore post Monza, definire e progettare il futuro, oppure separarsi dopo una sola stagione insieme se Conte non riceverà le garanzie che chiede (rinforzare la squadra con 6/8 acquisti di livello). In quest’ultimo caso se Conte lasciasse Napoli per sostituirlo, in questo momento Allegri è la prima scelta.
Serie A, vittorie esterne per Udinese e Como
L’Udinese espugna Cagliari per due a uno, a decidere la rete di Kristensen nel secondo tempo. Il Como invece va a vincere 1-0 a Parma grazie alla rete di Strefezza.
Il Napoli vince
Il Napoli sbanca Lecce grazie al sigillo su punizione di Raspadori a metà primo tempo. I salentini colpiscono una traversa ma non riescono a impensierire Meret: Conte sale così momentaneamente a +6 in vetta alla classifica con la certezza di un’altra notte in vetta. Per Giampaolo, invece, resta un punto di vantaggio sul Venezia.
Serie A, Inter-Verona 1-0: i nerazzurri si mantengono a -3 dai partenopei
L’Inter risponde presente e rimane a tre punti dal primo posto: i nerazzurri vincono in casa contro il Verona e danno un segnale dopo la vittoria del Napoli nella partita delle 18 contro il Lecce.
I padroni di casa, con 10 titolari a riposo, passano di misura al “Meazza” grazie alla rete di Aslani su rigore al 9′ e possono ancora inseguire il sogno dello scudetto, mantenendosi a tre punti dal capolista Napoli
Fallo di mano di Valentini in area al 6’ sul suggerimento di Arneutovic in area per Correa. Dopo il Var, per Manganiello è rigore. Penalty trasformato da Aslani al 9’
La reazione degli scaligeri al 16′. Sarr calcia con il destro da posizione defilata in area di rigore, ben servito da Tchatchoua. Martinez copre bene lo specchio e devia il tiro.
Superata la mezzora di gioco la formazione di Paolo Zanetti si fa rivedere in attacco ma i nerazzurri imbrigliano gli scaligeri.
Al “Meazza” la squadra di Simone Inzaghi riesce a mantenere il flebile vantaggio ottenuto sugli scaligeri.
Nella ripresa, dopo una prima fase di attacco dei nerazzurri, dal 52’ è il Verona a provare a spingere.
Al 65′ Duda ci prova dalla distanza. Il numero 33 del Hellas Verona tenta la soluzione con il destro, ma la traiettoria del tiro non si abbassa a sufficienza.
Ripartenza velocissima dei nerazzurri al 79’, che arrivano al cross di Taremi dalla destra: Dimarco al volo calcia malissimo il pallone, che termina in rimessa laterale.
Partita piuttosto scialba, con poche emozioni e molti falli da entrambe le parti.
Lecce-Napoli 0-1
Vittoria di misura della squadra di Antonio Conte al “Via del Mare”. Decide la rete di Raspadori al 24’. Ora il Napoli è a +6 dalla diretta inseguitrice: l’Inter impegnata questa sera contro il Verona,
Napoli in vantaggio nella prima metà gara grazie a una rete di Raspadori al 24’
Gli ospiti, dopo aver omaggiato con un mazzo di fiori il preparatore atletico del Lecce, Graziano Fiorita, recentemente scomparso, partono subito forte.
Già al 2’ Lukaku segna deviando un tiro dalla distanza di Politano, ma per un fuorigioco millimetrico del belga la rete viene annullata.
Partita sospesa per 3’ al 7’ per lancio ripetuto di fumogeni: la curva del Lecce è in aperta polemica con la Lega Serie A per il mancato ulteriore rinvio della sfida con l’Atalanta in seguito alla morte dello storico fisioterapista del club Graziano Fiorita.
Passa in vantaggio la squadra di Antonio Conte al 24’ su calcio piazzato battuto da Raspadori.
Gli ospiti provano a insistere ma superata abbondantemente la mezzora di gioco sono i giallorossi salentini a impensierire la difesa azzurra.
Al 38’ vicinissimo al pareggio il Lecce: dagli sviluppi di un calcio d’angolo Gaspar di testa colpisce la traversa. Poi è Spinazzola ad allontanare.
Napoli vicino al raddoppio al 44’, ancora con Raspadori che, lanciato da McTominay, calcia di sinistro di poco al lato. Lo ostacola Gaspar in area ma non c’è penalty.
Al 5’ di recupero brivido per il Napoli ma la prima metà gara termina al “Via del Mare” con il vantaggio dei partenopei per una lunghezza.
In avvio di ripresa, al 50’, annullato il raddoppio al Napoli: su angolo, McTominay carica su Falcone e rende vano così il colpo di testa di Olivera che aveva insaccato di testa
Al 67′ Helgason tenta “il colpaccio” e dall’estrema sinistra su punizione rischia di ingannare Meret: pallone fuori di poco.
Il Napoli riesce ad “addormentare” il secondo tempo della partita, sebbene rischi qualche cosa di troppo nel finale, ma dopo 6’ di recupero l’incontro termina con la vittoria di misura degli azzurri.
Cagliari: niente salvezza anticipata, fa festa l’Udinese
Niente ‘colpo’, niente salvezza anticipata per il Cagliari. L’Udinese torna al successo dopo più di due mesi. La compagine bianconera supera 2-1 il Cagliari nel match della Unipol Domus: decidono le reti di Oier Zarraga e Thomas Kristensen, in mezzo il provvisorio pari di Nadir Zortea. Dopo un’iniziale fase di studio, la squadra padrona di casa prova a farsi vedere nella metà campo avversaria con un’accelerazione di Luvumbo, che va al cross per Piccoli: l’attaccante colpisce di testa, ma Kristensen salva tutto. I ragazzi di Kosta Runjaic, dal loro canto, preferiscono dedicarsi a un possesso palla ragionato. Al 27′ la compagine bianconera trova la rete del vantaggio sfruttando un grave errore di Luperto: Rui Modesto ne approfitta e crossa per Oier Zarraga che, di prima intenzione, infila la sfera alle spalle di Caprile. I rossoblù reagiscono immediatamente con una conclusione dalla distanza di Luvumbo, che viene respinta da Okoye. Non bisogna attendere molto per il gol del pareggio del Cagliari, che al 35′ ristabilisce l’equilibrio grazie alla sesta marcatura stagionale di Nadir Zortea: questa volta a sbagliare è la difesa friulana, che spalanca la porta all’esterno, il quale supera un non irresistibile Okoye. Gli uomini di Davide Nicola prova a cavalcare il momento positivo, ma al 38′ Piccoli pecca di egoismo e sciupa una buona ripartenza. Si va, dunque, a riposo sul parziale di 1-1.
cerca di spingere sull’acceleratore per tornare in vantaggio. Al 51′ Luperto commette un altro errore che favorisce Lovric, il quale fallisce il passaggio per Zarraga. Con il passare dei minuti aumenta la fiducia della formazione ospite, che al 67′ si riporta in vantaggio con la rete di Thomas Kristensen: sugli sviluppi di un corner il difensore anticipa Adopo e Augello, realizzando la deviazione decisiva per il 2-1. Il gol viene convalidato dopo un rapido check del Var. Nicola prova ad affidarsi alle sostituzioni per riprendere la partita ma, nonostante delle buone iniziative di Felici e Gaetano, fa fatica a mettere in difficoltà la retroguardia avversaria. Al 75′ Felici disegna un cross molto insidioso dalla bandiera, ma Zarraga compie un intervento fondamentale anticipando Palomino. A pochi secondi dal 90′ Gaetano dà il via ad una bella azione, che prosegue con un cross di Obert per Piccoli: quest’ultimo calcia, ma non centra lo specchio della porta. Malgrado l’assalto finale dei rossoblù, i ragazzi di Kosta Runjaic difendono il 2-1 e ritrovano la vittoria dopo più di due mesi. In virtù di questo risultato l’Udinese aggancia il Torino all’undicesimo posto con 44 punti, mentre il Cagliari resta quattordicesimo a quota 33, a +6 sulla zona retrocessione.
Il Como vince e scavalca in classifica il Torino
Il Como non smette di vincere e si impone per 1-0 anche al Tardini contro il Parma. Grazie alla rete di Strefezza nella ripresa, la squadra di Fabregas ottiene per la prima volta nella sua storia cinque successi di fila in Serie A: seconda sconfitta, invece, per i crociati sotto la gestione Chivu. Un ko amaro per la formazione crociata, sprecona e poco cinica per tutto il secondo tempo. Il piano tattico della partita è chiaro sin dai primi minuti con il Como che domina il possesso palla, mentre il Parma attende compatto per poi ripartire in contropiede. La formazione lariana si rende pericolosa già dopo un solo giro di orologio, ma la conclusione di Cutrone è troppo debole e viene bloccata senza problemi da Suzuki. Il portiere giapponese è poi provvidenziale al 42′, parando il colpo di testa ravvicinato di Kempf. Grazie soprattutto a qualche buona iniziativa di Caqueret, il Como crea diverse iniziative interessanti, peccando, però, di lucidità nella scelta finale. Nonostante una prima frazione spesso di sofferenza, nel recupero il Parma si divora clamorosamente la palla del vantaggio: tutto solo all’interno dell’area di rigore, Pellegrino calcia alto l’assist al bacio di Bonny.
Questa occasione, però, aumenta la fiducia del Parma che approccia il secondo tempo con maggiore convinzione. Dopo il doppio tentativo di Ondrejka e un quasi autogol di Perrone, al 52′ l’incornata di testa di Pellegrino si stampa sulla traversa. Rispetto al primo tempo, i padroni di casa tengono meglio il campo, alzando l’intensità e sporcando il giropalla dei comaschi. Al 76′ i crociati vanno ancora vicini al gol in contropiede, ma Valeri spreca tutto. Il Parma paga così a caro prezzo le tante occasioni non concretizzate. Dopo l’incredibile errore di Ikone davanti a Suzuki, i neoentrati Douvikas e Strefezza confezionano la rete dell’1-0 al 79′: l’attaccante greco riceve palla e serve l’ala italo-brasiliana che, di sinistro, insacca senza problemi. Il Parma non molla sino alla fine e assedia la porta degli ospiti. In pieno recupero, il criticatissimo Man, a porta vuota, manda incredibilmente alto il pallone e butta alle ortiche il gol del pari. Con questa vittoria il Como scavalca il Torino e sale al decimo posto, a quota 45 punti. Dall’altra parte, invece, il Parma rimane con sei punti di vantaggio sulla zona retrocessione.
LECCE-NAPOLI 0-1 APPROFONDIMENTO
Una vittoria, quella del Napoli sul Lecce, che ha il profumo di scudetto. Agli azzurri occorrono 7 punti nelle prossime tre partite, per aggiudicarsi il quarto titolo della Sua Storia. Il Napoli dovrebbe fare sei punti con Genoa e Cagliari al “Maradona” e col Parma alla penultima di campionato, basterebbe anche un pareggio. Tenendo anche conto che viceversa l’Inter, distante attualmente di tre punti, se la deve vedere ancora con squadre scorbutiche come Torino, Lazio e Como. E con la Champions League, fortunatamente di mezzo (si spera, Barcellona permettendo).
Raspadori, l’uomo dei goal importanti (già aveva realizzato il goal-scudetto contro la Juventus, a Torino un paio di anni fa) si è ripetuto su calcio di punizione, contro un Lecce, ben messo in campo, ma poco incisivo e anche sfortunato nelle conclusioni.
I campani, sono artefici del proprio destino. Ho detto 7 punti e sarà scudetto, ma se i punti poi fossero 9, non dispiacerebbe a nessun tifoso partenopeo.
Nessuno ad inizio stagione avrebbe mai potuto pensare ad un Napoli cosi vicino allo scudetto, dopo la scorsa stagione a dir poco penosa. Però, è altresì giusto affermare, che due scudetti in tre anni è roba di lusso. Ed è altresì giusto affermare che dal 1986-87 ad oggi ossia anno 2024-25 il Napoli ha vinto 4 scudetti (sebbene l’ultimo ancora non sia ufficiale) ed ha superato come titoli Roma e Lazio. In mezzo ci sono però due retrocessioni in serie B ed un fallimento. Con ripartenza dalla serie C. Dove, ed è storia questa, non c’erano nemmeno i palloni per allenarsi….
Il Napoli non sbaglia nella lotta scudetto. Nella 35.ma giornata di Serie A la squadra di Conte batte 1-0 il Lecce e mantiene il +3 dai nerazzurri in vetta alla classifica. Al Via del Mare nel primo tempo una punizione di Raspadori (24′) sblocca la partita e gli azzurri rischiano su un’incornata di Gaspar che si stampa sulla traversa sugli sviluppi di un corner. Nella ripresa poi gli uomini di Giampaolo reagiscono e aumentano il ritmo, ma la capolista serra le linee, tiene i nervi saldi e difende il risultato portando a casa una vittoria preziosissima.
Dopo aver conquistato una vittoria pesantissima in chiave scudetto contro il Lecce, Antonio Conte tiene alta la tensione in vista del rush finale per la conquista dello scudetto. “Col Lecce è arrivata una vittoria importante in un momento d’emergenza – ha spiegato il tecnico azzurro -. Era una partita che temevo tantissimo per diversi motivi”. “Abbiamo fatto la nostra gara per cercare di vincere, fare un passo importante e dare un segnale positivo a tutto l’ambiente – ha aggiunto -. Era una tappa importante, non voglio mentire. Pareggiare o vincere oggi ci cambiava la vita”. “Ho l’esperienza giusta per far capire ai ragazzi l’importanza delle partite – ha continuato il tecnico azzurro -. Chi vince scrive la storia, gli altri la vanno a leggere. Non interesserà a nessuno se arriveremo secondi. Siamo sul pezzo e vogliamo arrivare fino alla fine”.
“Il Lecce veniva da un pari con l’Atalanta e c’era anche questa disgrazia capitata a Graziano – ha proseguito Conte tornado a parlare della partita e dell’omaggio a Graziano Fiorita prima del fischio di inizio -. Era una situazione un po’ particolare. Sono molto vicino al Lecce perché vivere un dramma del genere non è semplice”. “Abbiamo fatto un primo tempo di ottima fattura, poi l’importanza dei tre punti ci ha portato a essere meno arrembanti e propositivi – ha precisato analizzando quanto accaduto in campo -. Il Lecce lotta per la salvezza e siamo arrivati anche gestendo un’emergenza. Ora sembra tutto normale, ma oggi ha giocato Olivera da centrale”. “E’ una squadra che sta rispondendo con tutti gli effettivi. Anche Scufett ha risposto alla grande quando è stato chiamato in causa – ha aggiunto -. C’è grande unità di intenti. Poi servono dei valori e bisogna essere squadra”.
“Questa squadra è cresciuta rispetto all’esordio in cui abbiamo fatto 0-0 col Modena e poi abbiamo perso in campionato – ha proseguito il tecnico azzurro -. Ho detto ai ragazzi che è stata una tappa importante, ma non la più importante. Nel finale ero stressato. Queste sono gare che ti sfiniscono perché sai che sono importanti e quanto pesano”. “Dopo il triplice fischio sono rientrato subito nello spogliatoio per scaricare l’adrenalina che avevo, poi ho ringraziato i ragazzi”, ha aggiunto.
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