IGOR TUDOR
"Darò tutto per la Juve, non voglio deludere nessuno e anzi voglio fare un lavoro giusto, un lavoro giusto che va fatto.
Le emozioni ci sono chiaramente, perché la Juve è un club che tutti vorrebbero venire ad allenare.
C’è voglia di lavorare, di fare bene, di riuscire a raggiungere l’obiettivo che sappiamo tutti qual è. Credo tanto in questa squadra perché ci sono giocatori forti, sappiamo qual è il momento, c’è poco tempo per lavorare. Ieri sono arrivati i nazionali e abbiamo fatto un primo allenamento però non ci sono scuse.
Nella mia vita mai ho cercato scuse, io cercavo le sfide. Cerco giocatori a cui dare responsabilità.
Vlahovic è un giocatore fortissimo e sono felice di allenarlo, ha tutte le caratteristiche per essere un grande giocatore.
Abbiamo parlato e ci siamo messi a lavorare, lui e Kolo sono giocatori forti, possono giocare insieme come possono fare uno spezzone ciascuno, l'importante è avere calciatori forti.
Stesso discorso vale per Yildiz e Koopmeiners, quando uno è forte può giocare ovunque. Proverò a trovare le posizioni giuste per far rendere di più i giocatori.
Ho visto tutti i ragazzi dispiaciuti, quando un allenatore va via è anche responsabilità loro. Allo stesso momento li ho visti molto vogliosi, motivati di ripartire.
Cosa bisognerà risolvere? Quasi sempre non è né bianco o nero, anche se siamo bianconeri. Ho iniziato ad allenare abbastanza presto per gli infortuni, sono già tanti anni anche all'estero.
Posso essere un po' particolare, ma faccio le scelte col cuore. Vengo, contratto o non contratto, se sento che è giusto proseguo, se non è giusto vado a casa.
Si vive il presente, anche questo lavoro qua. Avere 10 anni di contratto cambia poco. Sabato c'è la gara, ci motiviamo, non possiamo controllare quello che c'è in futuro. Oggi vivo l'allenamento di oggi, devo parlare coi giocatori, questa è la vita dell'allenatore.
Quando sei alla Juve devi vincere e crescere in fretta. Quando sei alla Juve non frega a nessuno niente, se sei giovane o vecchio, devi essere forte.
Questo è un lavoro per tutti, io ho sempre detto che la Juve è un club che sceglie le persone giuste, questa è la forza della Juve.
Se si sbaglia persona, non si fa bene.
Qua c'è sempre stata questa forza, a partire dalla gente sopra.
La cultura di lavoro qui è quello che mi è stato dato qua, vivendo 7-8 anni qua.
Qua ho conosciuto la cultura del lavoro di Del Piero, Zidane e Montero.
Si gioca la Champions mercoledì e si vince, si gioca con una meno forte, nel riscaldamento era una roba pazzesca, quella squadra piccola c'era una voglia quasi maggiore.
Questo ho provato a trasmettere sempre e voglio farlo anche adesso.
Il capitano sarà Locatelli, è un ragazzo a posto, ha le doti giuste per fare il capitano, ma tutti devono prendersi le responsabilità
Ora bisogna lavorare su tutti e dare un po' di spensieratezza, allo stesso tempo dare anche qualcosa dal punto di vista tattico, però bisogna andare forte, dobbiamo mettere il casco e pedalare.
Non dobbiamo rinunciare a niente.
Io voglio gente che si diverta, voglio sempre fare un gol in più. Mi piace attaccare con tanti, ma non voglio nemmeno prendere gol.
Il lavoro deve essere completo, il calcio deve andare in una direzione che lo renda sempre più interessante, ma non bisogna trascurare l'equilibrio.
I tifosi sono sempre stati importanti e sono sicuro che sabato ci supporteranno, perchè il club si ama anche e soprattutto in momenti come questo.
Quando sono arrivato ho raccontato alcuni aneddoti da calciatore a Perin.
Io ero un giovanotto di 20 anni, c'è Zidane negli spogliatoi, mi metto lì ad aspettare la terapia, uno si alza ed è il mio turno.
Vedo Zizou e vado via, ma lui mi sposta e mi dice: tocca a te, io vengo dopo, questo fa capire l'umiltà.
Altra bella: tolgo le calze dopo l'allenamento e le butto via tutte arrotolate , viene Del Piero, le raccoglie, le piega e mi dice: guarda devi metterle così, c'è Romeo (ex magazziniere della Juventus) che poi li deve girare.
Perché fai così? Non ti costa niente. Sono due cose belle che rappresentano quello che è l'umiltà.
La squadra la senti, l'annusi, parli, senti cosa dicono i giocatori. Cuore e appartenenza sono fondamentali, ma non si vince con quello, sennò portiamo il più grande tifoso e facciamo allenare lui.
I giocatori sono grandi protagonisti, li devi far rendere al massimo.
Il giocatore capisce tutto , come è fatto uno, come è fatto l'altro allenatore, se vede una cosa con quella un allenatore perde o guadagna credibilità.
Se tutti vieni e metti solo il cuore dicendo forza Juve...così non si vince, si vice se fai le cose giuste.
Non mi va di commentare quello che è successo prima, nel senso io mi metto a lavorare e vedremo. Spiegare perché una cosa c’era o non c’era non è neanche educato da parte mia.
Mi piacciono i calci piazzati ed è un assetto importante sia difensivo che offensivo.
Lo sarà sempre di più, si guadagnano punti, si muove la classifica con i calci piazzati.
È una parte che diventa sempre più importante nel calcio di oggi. Si deve lavorare forte su questo aspetto.
Sono stato allenato da grandi allenatori, ma Lippi mi portato alla Juventus.
Quando penso a lui, il suo modo di comunicare e gestire lo spogliatoio, io penso alla Juventus".
IGOR #TUDOR si presenta come nuovo allenatore della #Juventus
ALEX DEL PIERO
"Quando mi sono trasferito alla Juve avevo 18 anni e ho iniziato subito ad allenarmi con la prima squadra.
Non ho mai avuto dubbi, sapevo di potercela fare.
Con Baggio c'è stata una situazione particolare, abbiamo giocato insieme soltanto due anni e nel secondo anno ci sono state un pò di incomprensioni con il club, che ha poi lasciato.
Ho imparato da lui.
Momenti difficili? Il primo anno, era l'ultimo di Trapattoni, uno dei più grandi allenatori di sempre.
Siamo finiti fuori dalla lotta scudetto quando invece la Juve deve competere sempre per il titolo.
Nel 2006 c'è stata la possibilità di andare via la Juve, ma non volevo lasciare la mia squadra in quelle condizioni, in piena Calciopoli, dovevo dimostrare qualcosa a me stesso alla mia gente e ai miei tifosi.
L'esperienza in Serie B mi è sembrata irreale perchè avevamo anche tanti punti di penalizzazione, è stata una lunga strada da percorrere ma a fine stagione è stato meraviglioso.
L’unico rimpianto della mia carriera è quello di aver perso la finale degli Europei.
La mia mentalità? Vincere titoli era il mio principale obiettivo, anche se i traguardi personali facevano piacere.
Ma se mi chiedi ‘sei felice sei fai tre gol e pareggi tre partite?’ io ti dico di no.
Tornare alla Juventus? Sarebbe davvero una bella storia da mostrare e raccontare, quello che è successo tra me e la Juventus, in quel periodo di tempo, non è successo prima a nessun altro giocatore.
Uno che alla Juve è diventato leggenda, che ha giocato pure in Serie B, che è tornato e ha vinto ancora.
Abbiamo scritto la storia insieme, una storia bellissima e incredibile. Non mi sono mai sentito ferito per una chiamata mai arrivata, quello no.
Secondo me è un bene avere all’interno della società chi conosce bene la mentalità, i tifosi, ma non sono il tipo che decide. Penso a Maldini al Milan, a Totti alla Roma o anche a Zanetti e a quello che sta facendo adesso all’Inter.
Vedermi nel club in futuro? Penso che debba essere un qualcosa di naturale, che debba venire dalla Juve.
Hanno il loro Presidente, ma vediamo cosa succede.
La Juve è parte della mia vita, ma se non dovesse succedere nulla questo non cambierebbe quello che è già successo con i tifosi".
ALESSANDRO DEL PIERO alla CBS
Dybala torna a Roma dopo l’operazione: “Non so quando tornerò…”
Ieri l’operazione al tendine della coscia sinistra lesionato durante la partita contro il Cagliari, oggi il rientro a Roma. Adesso, inevitabilmente, lo sguardo è al futuro immediato e prossimo: il recupero, la riabilitazione, la riatletizzazione e un ritorno in campo a data ancora da definirsi. Ma la Roma aspetta Dybala e Dybala farà di tutto per tornare a dare il proprio contributo ai giallorossi. Appuntamento, in ogni caso alla prossima stagione: “Sto bene, ma non so quando tornerò: i dottori mi hanno detto che posso camminare senza stampelle”. Queste le prime parole dell’argentino dopo esser atterrato a Ciampino di rientro da Londra: “Ho sentito Ranieri” ha aggiunto. “Se sarò sabato a Lecce con la squadra? Non lo so, devo parlare con i dottori. Per le altre partite penso di sì“. Da giovedì l’argentino sarà di nuovo a Trigoria per la riabilitazione.
Mkhitaryan avverte l’Inter: “Non abbiamo ancora fatto niente…”
“Non siamo ancora arrivati da nessuna parte, rincorriamo ancora i nostri obiettivi, il cammino è ancora lungo. Dopo l’Udinese penseremo alle altre partite, non andiamo troppo avanti. Possiamo arrivare in fondo a tutte le competizioni, tutti stiamo sognando in grande. Non sarà facile perché tutti vogliono vincere campionato, coppa e Champions, ma andando avanti possiamo arrivare dove vogliamo”. Henrikh Mkhitaryan guarda con fiducia al finale di stagione dell’Inter. “Non è mai stato facile giocare contro l’Udinese né in casa né fuori, sarà difficile perché è una squadra fisica, brava sia in difesa che in attacco”, ha detto a Sky parlando dell’avversario dei nerazzurri domenica a San Siro. “Inzaghi è migliorato tantissimo in questi due anni, vuole imparare ancora. Sta facendo benissimo e merita dove è adesso. Futuro? A fine stagione vedremo se continuo per un altro anno o andrò via – ha detto l’armeno, che ha un contratto in scadenza a giugno 2026 – Non ho deciso ancora anche se sono felice qui e vorrei continuare. Vediamo cosa succede. Mi piacerebbe rinnovare fino al 2027 ma dipende anche dal mio corpo, se sono capace di gestirmi bene mantenendo il livello che sto dimostrando”
Milan, sollievo Gimenez: la caviglia non preoccupa
Buone notizie in casa Milan sulle condizioni di Santiago Gimenez. Dopo aver concluso zoppicando la finale di CONCACAF Nations League vinta contro Panama, l’attaccante rossonero è rientrato a Milanello senza destare particolari preoccupazioni da parte dello staff medico rossonero.
A scopo precauzionale, il messicano mercoledì ha svolto solo una seduta di lavoro personalizzato, ma già giovedì dovrebbe aggregarsi al resto della squadra per preparare al meglio la partita contro il Napoli. Salvo imprevisti, dunque, Gimenez dovrebbe essere a disposizione ci Conceicao per il big match di domenica sera al Maradona. AL momento però non è ancora chiaro se partirà dall’inizio. Il messicano, infatti, è in ballottaggio per una maglia da titolare con Abraham, decisivo contro il Como.
RADIO CRC - Napoli, Lukaku: "A Napoli senti l'amore della gente, Mertens me lo diceva, a Conte ho detto sì dopo un minuto! Scudetto? Affrontiamo ogni partita come fosse una finale"
Romelu Lukaku, attaccante del Napoli, ha rilasciato un'intervista a Radio Crc: "La napoletanità? Dopo un paio di giorni sai di rappresentare un popolo, ricordo l'arrivo in albergo e subito capii che il Napoli è tutto per la gente. Dries Mertens mi raccontava come viveva tutto questo, ero preparato ma viverlo è stato molto di più. Senti proprio l'amore della gente, la passione, e per i giocatori è una spinta incredibile per dare tutto in partita. Anche in trasferta tanti tifosi ci seguono, è una sensazione unica. Io sono molto focalizzato sul lavoro, ma quando vado a cenare in città con amici o famiglia. E' carino sentire l'amore della gente perchè dai tutto per la squadra: è una sensazione unica. Se credo nello scudetto? Non avevo visto la telecamera dopo la partita con il Belgio, ma tu giochi a calcio per un motivo: noi dobbiamo guardare partita dopo partita, provare a migliorare e dare la spinta in queste ultime partite. Poi vediamo dove arriviamo, ogni partita la affrontiamo come una finale già negli allenamenti. Gol numero 400 in carriera contro il Milan? Incredibile, ma è importante ciò che fa la squadra. Affrontiamo una squadra forte e di qualità, ma ci prepareremo bene e vedremo il risultato finale. Sono fiducioso, il mister sta facendo un ottimo lavoro per prepararci al meglio. Contro il Milan uno dei gol più belli della stagione? Può darsi, è un gol mio perchè attacco la profondità su un filtrante di Anguissa, il gol è stato bello ma anche la prestazione complessiva fu bella. Il mio arrivo al Napoli? Conte mi aveva chiamato molto tempo prima, io dopo un minuto gli ho detto sì. Io so cosa ho bisogno per me, e lui anche: non abbiamo bisogno di parlare tanto. Rapporto speciale? Non sono un privilegiato, con meè più duro perchè si aspetta di più da me. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e mi ha dato una spinta in carriera. Su questa cosa lo ringrazierò sempre. Lotta scudetto con Atalanta e Inter? L'Inter è la favorita e lo dicono tutti, hanno la rosa più grande e hanno giocatori di qualità: siamo onesti. L'Atalanta sta facendo il passo per lottare per il campionato, lo scorso anno hanno vinto l'Europa League e questo può essere l'inizio di un ciclo. Noi possiamo parlare di rivincita, non è un problema mio la scorsa stagione ma nessuno pensava ci saremmo trovati qui. Adesso però siamo qui e dobbiamo lavorare ancora di più, per vedere dove arrivare. Per realizzare i sogni devi spingere ogni giorno ed essere pronto per ogni situazione. Quando arrivi in una situazione dove inizi un ciclo per vincere, chiedi di più a te stesso perchè gli altri migliorano. I tifosi vogliono sentire la sensazione di nuovo, vincere è bello e rivincere è ancora più bello. Il mister ogni volta da calciatore si godeva ogni vittoria sempre di più, vogliamo farlo noi e anche la città. Non ci sentiamo appagati. Mi sento un belga napoletano? Ogni giorno un po' di più, avevo sentito Mertens ieri, quando diceva di tornare qui a vivere dopo il ritiro. Grazie a lui ho incontrato belle persone, sono rapporti che rimangono per tutta la vita. Un futuro da allenatore? Credo di sì, una parte della mia testa lo dice. Un'altra parte dice ancora no. Alla fine della stagione farò un corso da allenatore UEFA A e UEFA B, poi avrò la sensazione sul mio futuro. L'emozione al primo gol al Maradona? Quando sono entrato durante il riscaldamento non ho mai sentito un calore così dai tifosi. Dopo la partita chiesi a Mertens se fosse sempre così, me lo confermò. L'urlo dei tifosi, sapevo che avremmo vinto la partita. Quando i tifosi ti spingono e gli avversari sono infastiditi, è finita: è una questione mentale, ti dà una carica in più. Quanto è importante la comunicazione tra attaccanti? Moltissimo, è fondamentale tra noi tutti. Raspadori ed io adesso, Simeone anche, dobbiamo parlarci sempre: ognuno ha qualità diverse, ma sappiamo giocare tutti insieme. Questo rende più facile anche le scelte per l'allenatore, se ci parliamo sempre e lavoriamo per la squadra, alla fine i risultati arrivano. Poi abbiamo un gruppo speciale, ogni martedì giochiamo ai videogiochi e facciamo i tornei di Call of Duty in 10-12: siamo veramente un gruppo dentro e fuori dal campo. Gioco ai videogiochi anche con i miei figli, ad esempio Fortnite e i videogiochi calcistici. Se lo vedo calciatore? Quest'anno è il suo secondo anno all'Anderlecht: si sta divertendo, ma vuole giocare in attacco e non in difesa. Sicuramente è più tecnico di me, all'Anderlecht lavorano tanto: io non parlo con gli allenatori, ovviamente. La Napoli di Lukaku? Mertens mi ha parlato di Posillipo, camminare guardando il mare mi dà pace. Non sono ancora andato sulle isole, con gli allenamenti è più difficile. Però io sono uno che vive molto il calcio, staccare per qualche ora mi fa bene".
DAZN - Napoli, Lobotka: "Conte è il miglior allenatore che potessimo scegliere! Scudetto? Non è facile vincerlo, ma daremo il massimo, mi piace la gente di Napoli, c'è molta passione, odio giocare contro l'Atalanta, è sempre durissima!"
NAPOLI - Stanislav Lobotka, centrocampista del Napoli, è il protagonista della nuova puntata di My Skills, il format di DAZN in collaborazione con EA SPORTS FC 25 in cui i giocatori del massimo campionato italiano di calcio si raccontano sul campo, disponibile in esclusiva sull’app di live streaming e intrattenimento sportivo da oggi, giovedì 27 marzo. L’intervista al centrocampista del Napoli anticipa il big match dei partenopei che domenica sera alle 20:45 affronteranno al Maradona il Milan di Conceição. Il match sarà disponibile in esclusiva su DAZN, la telecronaca è affidata a Pierluigi Pardo con il commento tecnico Andrea Stramaccioni. L'ex calciatore e attuale talent di DAZN, Valon Behrami, ha fatto visita a Lobotka al training center di Castel Volturno per un’intervista esclusiva sul campo. Un confronto intenso in cui il centrocampista ha elogiato il suo allenatore, capace di spingere i giocatori oltre i propri limiti grazie a una mentalità vincente e ad allenamenti durissimi. Ma non solo: ha parlato della sfida di confermarsi campioni dopo il trionfo di due anni fa, del feeling con Lukaku e della vera e propria dichiarazione d’amore per Napoli e i suoi tifosi: "Passaggi, trame ma pochi gol? In partita ci provo, quando sono vicino alla porta, provo sempre a trovare la soluzione migliore, a volte mi manca essere come gli attaccanti, più decisivo. Conte? Prima che arrivasse, io lo sapevo già: sapevo che fosse davvero un grande allenatore. Lo avevo già sentito da Skriniar, quando giocava all’Inter: i suoi allenamenti sono molto duri! Mi ha dato molte cose, ha spinto me e la mia mentalità ad un altro livello. Il primo giorno in cui è arrivato, non aveva ancora detto nulla ma appena entrato nella nostra stanza, potevi già percepire la sua personalità. E quando ho visto come ci allenavamo, come volessimo giocare, mi sono detto: “Ok, è il miglior allenatore che potessimo scegliere”. Quando abbiamo iniziato a correre, ho capito... “Wow, sarà dura quest’anno!”. Ma alla fine pensi che ovunque sia andato, lui ha vinto. Sai che è difficile, ma allo stesso tempo pensi: “Ok, è difficile: ma lui può portarmi ad un altro livello”. Conduzione della palla? Sono piccolo e cerco sempre di aiutare la squadra nello spazio portando palla. Ora è più difficile, dopo 2-3 anni che sono qui le squadre mi conoscono, prima non mi conoscevano e mi lasciavano più spazio e io ero felice. Quanti giocatori penso ci siano sopra di me al mondo, nel mio ruolo? Forse 2 o 3. Ma dipende, ogni allenatore preferisce un tipo diverso di giocatore: alcuni preferiscono il numero 6 forte fisicamente, altri quello che crea più gioco. È difficile da dire, ma penso di poter essere fra i migliori 5 al mondo. Il mio calcio? Quando ricevo palla e io provo ad aprire, se mi sposto col corpo nessuno se lo aspetta e chi mi pressa correndo non ha può l'opportunità di stoppare e prendermi la palla. Così io oriento lo stop e gli giro attorno, perché so che nessuno se lo aspetta. Ruoli da piccolo? Ero un'ala. Da piccolo segnavo tanti gol, facevo assist, ma quando sono cresciuto mi sono spostato più dietro per giocare di più il pallone e così sono diventato un centrocampista. Restare al top? Vincere è sempre bello ma non puoi farlo sempre. Scudetto? È sempre bello vincere una volta, ma è difficile ripetersi. Lo voglio davvero, ma so che è molto difficile. Sappiamo che c’è l’Inter, c’è l’Atalanta, loro giocano molto bene e quello che possiamo fare noi è solamente spingere in ogni allenamento per dare al Mister ciò che vuole in campo. Voglio davvero vincere, ma a volte la gente, quando siamo stati in testa di 3-4 punti, volava già in alto: “Dai ragazzi, vincete lo Scudetto!”. Ma non è così facile come la gente pensa! Rapporto con la città? Mi piace tanto il club e Napoli. Il modo della gente mi piace, qui per loro sono sempre stato il benvenuto. A volte c'è troppa passione, ma mi piace anche questo lato. Ti mostrano anche la tristezza. Penso sempre allo scudetto, alla felicità dei tifosi. Sono impazziti in quel momento. Quando arriviamo allo stadio e guardiamo fuori dall'autobus, è qualcosa di meraviglioso. Posto più bello? Lo stadio. Oppure la spiaggia, mi godo un caffè sul mare. Mi piace stare dove non c'è tanta gente. Cibo? Amo la mozzarella. Anche con pomodorini e un po' di olio d'oliva. Al secondo posto la pizza, poi pasta e pesce. Differenze con la Spagna? Lì si gioca un altro tipo di calcio, non sono così bravi con la tattica, ma con il pallone. Vogliono giocarlo sempre. Qui invece si ama la tattica. Se giochi con Inter o Monza, la differenza non la noti tanto. Poi certo tutto sta nella qualità dei giocatori. Ma devi sempre correre e lottare perché nessuno ti lascia spazio. Se c’è una squadra in particolare che mi fa soffrire da avversario? È l’Atalanta, “odio” giocare contro di loro! Sono una grande squadra, e con il loro tipo di gioco uomo su uomo, a tutto campo, non mi lasciano un centimetro. È sempre durissima contro di loro, ma ad esempio ti posso dire anche contro il Venezia o il Verona. Cercano sempre di bloccarmi e marcarmi stretto, non è facile per me. La mia giocata dei sogni? Ce l’ho! Sto giocando la finale di Champions League: è il 90’, siamo 1-1 e tra poco ci sono i supplementari. Ricevo palla e inizio a correre, gli avversari mi inseguono. Faccio un 1-2 con l’attaccante, lui me la scarica e io calcio! Sì, cerco spesso di visualizzare le prossime partite e ricreo delle situazioni di gioco. Spero che questo scenario possa avversarsi nella mia vita! Cosa migliorare? Sicuramente l'italiano. Sicuramente il mio italiano! Ci sto provando, sto migliorando, è vero che quando sono arrivato qui, i primi due anni, non ho imparato nulla. Ma adesso ci sto provando, mi sento più sicuro quando posso parlare in inglese ma l’anno prossimo farò anche interviste in italiano. Questa è l’idea. A volte quando ho bisogno di ricaricarmi e mi sento un po’ a corto di energie cerco di trovare ispirazione da un libro o guardo qualche video motivazionale, o altre volte può essere un film. Perchè in fondo sono una persona normale, non passo solo giornate bellissime, a volte anch’io ho brutte giornate, ma voglio restare sempre positivo e imparare anche da queste cose".
NM LIVE - Renica: "Il Napoli ha dei calciatori forti e deve credere allo scudetto, Raspadori sta crescendo, Conte punterà su di lui, Neres sarà un'arma importante a gara in corso, Maradona? Era un grande uomo"
NAPOLI - ALESSANDRO RENICA, ex difensore del Napoli, è intervenuto a "NAPOLI MAGAZINE LIVE", su Radio Punto Zero, trasmissione radiofonica dedicata al Calcio Napoli, che approfondisce i temi proposti sul web da NapoliMagazine.com, in onda dal lunedì al venerdì, dalle 14:00 alle 15:00, condotta da Antonio Petrazzuolo e Michele Sibilla. Ecco quanto ha affermato: "Gol preso dall'Italia contro la Germania? A certi livelli non ci si può aspettare un errore del genere, forse in quel momento c'era poca lucidità visto il pressing dei tedeschi. L'errore è stato commesso da tutti, bastava uno più sveglio e si evitava il tutto. Il libero ai miei tempi aveva proprio quel ruolo, aiutare il portiere nel dirigere la difesa. Il Napoli deve credere allo scudetto? Per forza, tutti i calciatori azzurri hanno fatto benissimo anche con le proprie Nazionali, un motivo ci sarà se la squadra di Conte è lì a giocarsi il titolo. Il Napoli ha dei giocatori fortissimi e in questa sosta lo abbiamo capito. Lucca e Gatti seguiti dal Napoli? Gatti non mi entusiasma, poi il Napoli storicamente ha sempre preso dei giocatori di prospettiva. Lookman? E' forte, ma costerebbe tanto e lo vedo un affare difficile. Il Napoli ha sempre preso dei giovani forti per poi valorizzarli e venderli a tanto, ha sempre agito così il Napoli. Raspadori? Lo abbiamo sempre detto che avrebbe fatto bene vicino a Lukaku e lo sta facendo, ha giocato molto bene anche con l'Italia. Sta crescendo e in quel ruolo nel 3-5-2 può dare il massimo, secondo me Conte punterà ancora su di lui contro il Milan, anche perchè Neres è stato fuori tanto tempo e non potrà essere al massimo. Poi il brasiliano a gara in corso potrebbe essere una grande carta. Rinnovi degli azzurri in scadenza anche se siamo a fine marzo? Non so, non saprei rispondere. Posso dire che il Napoli è ancora in lotta nonostante tutto, tre punti di distanza dall'Inter non sono nulla e in questo finale di stagione l'Inter avrà tanti impegni rispetto agli azzurri. Il Napoli è lì perchè ha un bravo allenatore e dei calciatori molto forti. Ultima partita di Maradona al Napoli 34 anni fa e la sua fuga? Non ce lo aspettavamo, fu un grande dispiacere. Non meritava di andare via nell'anonimato assoluto, spesso certe situazioni vengono gestite male. Poi i tifosi del Napoli lo hanno ripagato anni dopo nel match di addio al calcio di Ciro Ferrara. Era un grande uomo ed un grande condottiero".
MALTEMPO - Napoli, proroga dell'allerta meteo fino alle ore 14 di venerdì 28 marzo, chiusi i parchi e l'accesso alle spiagge pubbliche
Proroga di avviso di allerta meteo per fenomeni meteorologici avversi previsti dalle ore 14:00 di mercoledì 26 marzo fino alle ore 14:00 di venerdì 28 marzo 2025
Saranno chiusi i parchi cittadini per la durata dell'allerta.
Sarà chiuso, inoltre, il pontile nord di Bagnoli e interdetto l'accesso alle spiagge pubbliche cittadine.
Avviso del 27 marzo 2025
Fenomeni rilevanti:
Precipitazioni locali, a prevalente carattere di rovescio e temporale, puntualmente di moderata intensità.
Livello di allerta (Livello di criticità):
GIALLO
Tipologia di rischio:
Idrogeologico per Temporali
Principali scenari di evento ed effetti al suolo:
- Fenomeni temporaleschi caratterizzati da una incertezza previsionale e rapidità di evoluzione, con possibili danni alle coperture e strutture provvisorie dovuti a raffiche di vento, fulminazioni, possibili grandinate e a caduta di rami o alberi.
- Ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto di materiale.
- Possibile innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori, con inondazioni delle aree limitrofe, anche per effetto di criticità locali (tombature, restringimenti, ecc.).
- Possibili allagamenti di locali interrati e di quelli a pian terreno.
- Possibile scorrimento superficiale delle acque nelle sedi stradali e possibili fenomeni di rigurgito dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche con tracimazione e coinvolgimento delle aree urbane depresse.
- Possibili cadute massi in più punti del territorio ed occasionali fenomeni franosi legati a condizioni idrogeologiche fragili.
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