Brescia, niente ricorso sulla penalizzazione: lombardi tra Serie C e fallimento
Nessun processo d’appello. Gli avvocati del Brescia di Massimo Cellino domani non impugneranno la sentenza del tribunale federale che lo scorso 29 maggio aveva condannato il club a otto punti di penalizzazione, quattro dei quali da scontare in questa stagione e quindi alla retrocessione in Serie C. Sentenza arrivata sul caso del pagamento dei contributi di febbraio e aprile versati con crediti di imposta, acquistati da una società terza, e risultati inesistenti.
La battaglia legale davanti alla giustizia sportiva finisce qui dopo la decisione di Cellino di non saldare le pendenze federali spalancando le porte al fallimento della società.
Ranieri, via libera per la Nazionale: non c’è incompatibilità con la Roma
Non esiste incompatibilità tra il ruolo di senior advisor del presidente della Roma Dan Friedkin e il ruolo di ct della Nazionale. Tradotto: Claudio Ranieri può diventare il successore di Spalletti sulla panchina azzurra. La Federcalcio a riguardo ha già fatto tutte le verifiche legali opportune e non ha dubbi sul fatto che l’ormai ex tecnico della Roma possa essere nominato nuovo commissario tecnico della Nazionale. Senza violare, naturalmente, nessuna norma federale. Neppure l’articolo 40 del regolamento del settore tecnico che al comma 4 stabilisce: “Gli allenatori responsabili delle squadre nazionali della Figc ed i loro vice nel corso della medesima stagione sportiva, non possono tesserarsi né, indipendentemente dal tesseramento, svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse, salvo che il contratto economico non sia stato risolto consensualmente”.
Il nuovo ruolo di Ranieri, ovvero quello di consulente del presidente giallorosso (come lo stesso club ha fatto sapere), non prevede come automatico il tesseramento per la Roma. Guardate Zlatan Ibrahimovic: nel 2024-25 era l’advisor di RedBird, fondo proprietario del Milan, ma nell’organigramma della società rossonera non aveva alcun ruolo. Ranieri come Zlatan, dunque, diventerà un consulente esterno alla Roma, anzi del suo presidente, e farà il ct della Nazionale mantenendo la stessa trasparenza che ha avuto in una carriera che ha pochi eguali tra i colleghi. A riguardo in via Allegri non hanno incertezze. E adesso, dopo aver approfondito il caso, non hanno neppure dubbi legali.
Spalletti sull’annuncio dell’esonero: “Ormai c’era quell’aria lì…”
Luciano Spalletti, commissario tecnico dell’Italia, ha parlato così ai microfoni di Rai Sport prima della gara contro la Moldova: “La reazione del gruppo la vedrò dopo sul campo, ieri ho comunicato che era successo questo e i giocatori erano già tutti a chiedere a amici e procuratori. Visto che ormai c’era quell’aria lì abbiamo deciso di fare così. Che l’abbia detto l’uno o l’altro cambia poco, è la sostanza che conta. Ci sarei rimasto se me lo avessero nascosto perché io ho dato tutto. Io non sono stato bravo a fare i risultati, poi c’è chi ci mette il veleno però l’esonero è stata una cosa corretta. L’Italia ha dei buoni calciatori, che possono tranquillamente andare al Mondiale, è un po’ la situazione ereditata quando sono arrivato. È a rischio la qualificazione, ma ci sono tutte le carte in regolare per qualificarsi, sennò me la lasciate e si vede. Parlerà il campo”.
Buffon difende Spalletti: “E’ un uomo. Ora l’Italia gli faccia un regalo…”
Ospite dei microfoni di Sky, Gigi Buffon, capodelegazione dell’Italia, ha parlato così di Spalletti a pochi minuti dall’ultima panchina del ct azzurro: “Se volessi dare un titolo a Spalletti, darei “un uomo”. Lui è così, abbiamo di fronte un uomo che abbiamo rispettato e con lui abbiamo scelto di comportarci con la massima trasparenza, ci siamo presi questo rischio consapevoli che fosse la cosa migliore. E rifarei diecimila volte questa scelta, con Luciano serve la verità, non servono scorciatoie. E io sono come lui. Ci siamo ritrovati e ci siamo detti quello che pensavamo, sapendo che la sua concentrazione sarebbe stata solo sulla squadra. E’ una persona top e speciale”.
Ieri da solo in conferenza.
“Eravamo d’accordo. Eravamo presenti tutti a differenza di quello che hanno scritto altri, eravamo tutti lì ed era giusto che la scena se la prendesse lui. Eravamo lì, in grande sintonia ed empatia. L’unica cosa che c’è da fare è concentrarsi e spero che possano fare l’ultimo regalo all’allenatore, alla federazione e ai tifosi”.
Perdere un allenatore è una specie di lutto, i ragazzi hanno capito che non era solo colpa di Spalletti?
“Me lo auguro e penso di sì, la cosa che mi interessa di più é che diano una risposta sul campo, come la davamo noi a nostri tempi. Abbiamo una grandissima fiducia in loro”.
Ranieri può essere l’uomo giusto?
“Sta pensando il presidente a questo, il mio compito era stare al fianco del mister e della squadra, cercando di fare qualcosa di buono se ne sono capace. Ad oggi non mi sembra di averlo fatto bene, quindi è bene che mi concentri su questo”.
Juric si presenta all’Atalanta: “L’eredità di Gasperini non mi spaventa”
“Come dovrà essere l’Atalanta? Vincente“. Ivan Juric si presenta così nella prima conferenza stampa da allenatore della Dea: “L’Atalanta è un club favoloso, sono molto entusiasta. Il calcio è così, sono stati fatti cinque anni alla grande, poi basta un anno per riportarti indietro – ha spiegato -. Questa opportunità è come un jolly, la verità è che non ho fatto bene quest’anno e adesso ho una grandissima opportunità di fare grandi cose. Non succede spesso, normalmente il percorso è diverso e questa è una grandissima motivazione per me. Voglio essere me stesso, avere il solito approccio, poi vedremo come sono i ragazzi. Anche io voglio vedere la maglia sudata, una squadra che pressa, che corre, che vince. Siamo sulla stessa linea con i tifosi”.
“Non mi pesa l’eredità di Gasperini – ha aggiunto il croato -, arrivo in un ambiente abituato a lavorare bene. Ci siamo incrociati stamattina, ha detto che non vuole influenzarmi troppo. Lui ha indirizzato non solo me, ma tanti altri che sono in Serie A e anche all’estero. Penso che nell’Atalanta ci sono tanti ottimi giocatori e non vedo l’ora di allenare tutti quanti”. Poi è tornato sull’ultima stagione: “È stato un anno negativo a livello sportivo e di risultati, ma un anno fantastico a livello di conoscenze – ha detto -. Mi sento molto più forte di un anno fa, ho visto la Roma, ho imparato tanto con grandi giocatori. A Southampton ho apprezzato una Premier League favolosa, ho visto cose bellissime. Usano molto di più le statistiche e sono più attenti ai calci piazzati, voglio lavorarci di più anch’io. Sono state comunque due situazioni in cui sono partito dopo, con un metodo di allenamento diverso. Ho avuto difficoltà anche nello scegliere di andare. Per me come allenatore è fondamentale partire dall’inizio”. E sugli obiettivi dei bergamaschi: “L’Atalanta è diventata una grande, dobbiamo mantenere questo livello, lottare per questo. La Champions mi incuriosisce, sarà una sfida anche per me”.
Chivu si prende l’Inter: “Vogliamo provare a vincere il Mondiale per club…”
Oggi inizia ufficialmente la terza vita nerazzurra di Cristian Chivu, nominato come successore di Simone Inzaghi alla guida della prima squadra: “Sono onorato per l’incarico che mi è stato affidato – ha dichiarato il romeno a Inter TV -. Ho ambizione e passione, la trasmetterò alla squadra perché dobbiamo fare quello che una squadra come l’Inter merita, arrivare fino in fondo e lottare per vincere i trofei. Siamo pronti a fare tutto”.
Quali sono le sue aspettative per questa nuova avventura da allenatore dell’Inter?
“Vogliamo finire al meglio questa stagione, tutti noi dobbiamo avere la passione e l’ambizione che servono per ottenere degli ottimi risultati. Bisogna essere efficienti ed efficaci”.
Da dove partirà il suo lavoro? Qual è il primo passo che vuole compiere?
“Partirà dal Mondiale per Club, la stagione non è finita. Dobbiamo recuperare le energie mentali e andare a fare quello che una squadra come l’Inter deve fare, ovvero provare a vincere il trofeo”.
Negli ultimi anni l’Inter ha fatto dello spirito di gruppo una delle sue armi migliori. Lei ha vissuto squadre forti e vincenti: quanto è decisivo oggi lavorare su questo, insieme al senso di appartenenza?
“Sono cose importanti come ad esempio lo è l’ambiente, vogliamo essere ambiziosi perché sono aspetti che portano avanti un gruppo e danno molta autostima”.
Al Parma ha compiuto una vera impresa in pochi mesi. Cosa si porta dietro da quell’esperienza?
“La voglia di far bene e centrare gli obiettivi, la società ha creduto in me e i giocatori sono andati sempre in campo determinati”.
I tifosi nerazzurri la ricordano non solo per le vittorie, ma anche per la sua forza, dentro e fuori dal campo. Cosa si sente di dire oggi, da allenatore, a chi ha sempre creduto in lei e nel suo legame con questa maglia?
“C’è bisogno di tutti noi, di crederci, di essere entusiasti per una stagione che ancora non è conclusa e guardare con molta positività alla prossima”.
IL DIFENSORE - Marianucci: "Napoli? Vorrei iniziare subito il ritiro, sono orgoglioso del fatto che questo club mi abbia voluto, ho parlato con Di Lorenzo e Politano, con Conte potrò crescere, proveremo a rivincere"
“Fosse per me inizierei il ritiro già domani”. Sorriso contagioso e tanta voglia di Napoli da parte di Luca Marianucci. Il primo acquisto del mercato estivo da parte dei Campioni d’Italia non vede l’ora di iniziare la sua avventura agli ordini di Antonio Conte: “Sono in vacanza, ma la testa e i pensieri sono già proiettati all’avventura che sta per incominciare”. Il classe 2004 nell’ultima stagione si è messo in luce come uno dei migliori talenti emergenti della Serie A. Tanto da catturare l’interesse del Napoli che se l’è accaparrato dall’Empoli per 9 milioni più 1 di bonus, battendo la concorrenza di numerosi club italiani e stranieri.
E pensare che solamente un anno fa lei giocava in Serie C con la Pro Sesto…
“È stata un’annata incredibile, ma le confesso che ci ho sempre creduto. Desideravo arrivare in alto e giocare ai massimi livelli. È stato un bel salto quello dalla C alla A, ma lavorando sodo sono riuscito a dimostrare le mie capacità. Essere in Serie A era il mio sogno fin da bambino e l’ho realizzato grazie all’Empoli. Adesso viene il bello…”.
Da luglio giocherà con i Campioni d’Italia in carica: che sensazioni prova?
“Sicuramente sarà una grande emozione. Sono orgoglioso del fatto che un club importante e di grande livello come il Napoli mi abbia cercato e voluto. Come è andata la trattativa? È successo tutto molto velocemente, come un fulmine a ciel sereno…”.
Come ha festeggiato la notizia del trasferimento al Napoli?
“Ho invitato tutti i miei amici e la mia famiglia a cena. Ci tenevo a condividere con le persone che mi sono sempre state vicine e mi hanno supportato in ogni occasione un momento così speciale”.
Ha già avuto modo di parlare con qualche suo nuovo compagno di squadra?
“Dopo la partita al Maradona ho fatto quattro chiacchiere con capitan Di Lorenzo e Politano, che mi avevano detto ‘Ti aspettiamo presto’. Sono stati molto carini: mi hanno fatto sentire subito a mio agio e uno di loro. Adesso non vedo l’ora di conoscere tutti i miei nuovi compagni di squadra”.
Avere Lukaku dalla propria parte e non più da marcare sarà un bel vantaggio…
“È stato un bell’impegno duellare con lui. Parliamo di un grande giocatore. Certamente averlo come compagno di squadra sarà molto meglio”.
Che effetto fa sapere di essere allenati da Antonio Conte?
“Non ho ancora avuto la fortuna di parlarci, ma spero possa accedere presto. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare col mister. Con un tecnico del suo calibro avrò solo modo di crescere e imparare sotto tutti i punti di vista”.
Con l’Empoli quest’anno è stato l’eroe della storica vittoria in Coppa Italia contro la Juve con tanto di rigore decisivo segnato…
“Una notte fantastica. Mai l’Empoli aveva raggiunto la semifinale di Coppa Italia nella sua storia ed esserci riusciti rimane senz’altro una grande soddisfazione. Passare il turno eliminando la Juve e segnando l’ultimo rigore è poi stata un’emozione fortissima. Quasi un sogno ad occhi aperti”.
Ci racconta la sua storia?
“Il calcio è sempre stato parte di me, fin da quando ero piccolo. Sotto casa c’era il campo della Pro Livorno Sorgenti, dove ho iniziato a giocare. All’età di 7 anni poi mi sono trasferito all’Empoli e da lì ho fatto tutta la trafila dai pulcini alla Prima Squadra. Devo tutto a questa società che per me non è un semplice club, ma una famiglia”.
Ha sempre giocato in difesa o ci è arrivato strada facendo?
“Può sembrare strano, ma io ero l’unico bambino che voleva stare dietro. Fin da subito l’ho scelto e mi piaceva come ruolo. Idoli? Van Djik del Liverpool e tra gli italiani un punto di riferimento è stato Chiellini, livornese come me”.
Nel tempo libero è un calciofilo o stacca la spina seguendo altri sport?
“Seguo il tennis e tifo Sinner: peccato per la finale di ieri al Roland Garros. Poi sono un appassionato dei film d’azione: mi danno la carica”.
C’è a qualcuno a cui deve dire un grazie speciale?
“A mister Roberto D’Aversa che fin dalla scorsa estate mi ha fatto sentire la sua fiducia. Ricordo ancora che diceva: ‘Marianucci resta qua con noi’. L’ultimo giorno di allenamenti l’ho ringraziato: gli devo una cena di pesce. Poi naturalmente il mio agente Mario Giuffredi, che nel suo lavoro è davvero bravo e molto forte. Incontrarlo è stata la svolta: mi ha aiutato tanto e saputo valorizzare”.
L’azzurro va di moda e potrebbe diventare il suo colore preferito, abbinando al Napoli quello della Nazionale…
“Indossare la maglia del Napoli Campione d’Italia è già un grande traguardo. A livello personale poi c’è anche l’azzurro della Nazionale tra gli obiettivi: non sono mai stato convocato e riuscirci sarebbe realizzare il sogno che avevo da bambino”.
E se le dicessi Scudetto col Napoli e convocazione con l’Italia per il Mondiale nell’estate 2026?
“Ci metterei la firma. L’obiettivo è di fare il meglio possibile per aiutare la squadra a provare a rivincere lo Scudetto”.
Infine una curiosità: anche a Napoli terrà il numero 35?
“Mi piacerebbe. A Empoli l’ho scelto un po’ per caso: era tra i pochi numeri liberi e l’anno prima l’aveva sulle spalle Baldanzi. Direi che ci ha portato bene…”.
MERCATO - Marchetti: "Osimhen? Il Napoli non è preoccupato, trattativa avanzata per De Bruyne nonostante i diritti d'immagine, proseguono i colloqui per Beukema, ecco le ultime su Leao, Ndoye, Caprile, Lobotka, Anguissa e Frattesi"
“Per decifrare il futuro di Osimhen bisogna decidere di porre delle condizioni come il Napoli ha fatto in merito alla clausola sulla quale è irremovibile. È vero che la società non può imporre al calciatore di andare in una destinazione non gradita, ma è anche vero che può imporre allo stesso di portare tutti i soldi previsti dalla clausola, che è esattamente l'indicazione del Napoli. È lecito immaginare - ha detto il giornalista Luca Marchetti di Sky a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live - che la società che oggi si approccia al Napoli per acquistarlo voglia abbassare il valore della clausola, provando a prender per la gola il Napoli, che però non mi sembra spaventato da questo scenario. Ricordo che è successo anche nella scorsa sessione estiva di mercato quando il Napoli non ha fatto sconti. Inoltre, la società può esercitare un'opzione nel contratto del giocatore fino al giugno del 2027, dunque non si trova con l'acqua alla gola. Per l'approdo di De Bruyne al Napoli dobbiamo attendere la fine degli impegni del belga con la nazionale, quando i legali avranno guardato tutto soprattutto i cavilli che riguardano i diritti di immagine, è un piccolo ostacolo che si presenta costantemente nei contratti del Napoli ma non è mai stato un ostacolo al buon esito di un acquisto. La trattativa è avanzata, era nel diritto della società iniziarla e condurla anche senza interpellare l'allenatore, ma va da sé che Conte non poteva non sapere della trattativa per il belga e ricordiamo che stiamo parlando di un giocatore che qualsiasi tecnico vorrebbe allenatore. Beukema è più facile che arrivi in azzurro piuttosto che Ndoye. L'interlocuzione con il Bologna è molto avanzata per il difensore centrale. Inoltre il calciatore ha già dato il proprio ok al Napoli e quindi ha avviato il dialogo tra società. Ndoye al momento non ci risulta coinvolto nell'affare e credo che il Bologna difficilmente lascerà andare due gioielli insieme. Per quanto riguarda gli innesti in difesa bisognerà capire prima chi andrà via per cercare poi di dedurre quale sarà il comportamento della società partenopea. In merito alle ali ne servono almeno un paio e per quello che ci risulta il Napoli ne cerca due, entrambe a sinistra, dal momento che Neres si sposterà sulla destra e costituirà alternativa a Politano. Tutti i nomi fatti fino a questo momento sono credibili. Anche Nusa della Norvegia che però adesso potrebbe avere un'impennata nella sua valutazione. Penso che il Napoli stia valutando un vice del capitano Di Lorenzo anche se oggi c'è Mazzocchi in quel ruolo. Come vice Lukaku il Napoli predilige un profilo come Luca o Bonny. Su Leao credo che ci sia pochissimo di vero, tanto più che il Milan non vuole cederlo, come dimostra la trattativa con il Bayern Monaco il quale ha offerto dai 60 ai 100 milioni di euro mentre il Milan ne pretende di più, proprio a sottolineare l'incedibilità del calciatore. Caprile vuole giocare da protagonista e forse il Napoli non lo giudica ancora pronto. Il Cagliari potrebbe riscattarlo ma deve ancora risolvere la grana allenatore. Per quanto riguarda le cessioni a centrocampo Lobotka, non penso che andrà via perché Conte, Manna e De Laurentiis non se lo lasceranno scappare. Anguissa, invece, va verso l'addio, così come Folorunsho. il primo obiettivo, in quella zona di campo resta Frattesi ma c'è da capire prima, con il nuovo tecnico Chivu, che ruolo avrà nel progetto inter. Inoltre al Napoli servirà anche un centrocampista muscolare soprattutto se andrà via Anguissa”.
L'ANALISI - Causio: "Conte? E' rimasto al Napoli perchè ha avuto delle garanzie importanti"
Franco Causio, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista a Radio Goal, in diretta su Radio Kiss Kiss Napoli: "Nazionale italiana? Non ci sono elementi che possono fare la differenza come ce li hanno gli altri. Fino a quando avremo un solo centro federale come quello di Coverciano ci sarà sempre un problema. Bisognerebbe crearne diversi nelle maggiori città italiane. Il nostro settore giovanile è finito, l'80% dei calciatori di Serie A sono stranieri. Stiamo facendo ridere il mondo, un allenatore esonerato non può andare in panchina. Se fossi stato in Spalletti sarei andato via senza andare in panchina. Non so con quali motivazioni possano scendere in campo i calciatori stasera. Conte? Se è rimasto è perchè ha avuto delle garanzie, altrimenti non l'avrebbe fatto".
L'EX - Dzemaili: "Ndoye è perfetto per il Napoli, De Bruyne è un giocatore fantastico"
Blerim Dzemaili, ex calciatore, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso di Radio Goal: "Ndoye è perfetto per il Napoli. E' cresciuto molto con Italiano al Bologna e quest'anno ha fatto il salto di qualità come ci aspettavamo in Svizzera. E' pronto per un club affermato ed in crescita come il Napoli e sarebbe una scelta in più per Conte offensivamente parlando. Rispetto a Kvara è più lineare, preferisce superare l'avversario nell'allungo più che nello stretto. Può fare bene soprattutto quando, per esempio, giochi fuori casa e devi puntare più sul contropiede. Anche Zhegrova è sicuramente molto tecnico, bravo nel dribbling anche nello stretto. In fase difensiva si perde un po' e su questo Conte dovrà lavorare molto qualora dovesse arrivare. A mio avviso quest'anno il Napoli deve solo rinforzarsi in due o tre posizioni in cui mancano le alternative. Al 90% è un Napoli completo. De Bruyne? E' un giocatore fantastico. Rappresenta un segnale incredibile per Napoli e per il Napoli. E' la dimostrazione del salto di qualità e del cambio di mentalità del club. Vedere uno che ha vinto tutto e che ha voglia di venire a Napoli è qualcosa di molto importante. L'unico rischio che potrebbe esserci è la difficoltà tattica che potrebbe trovare in un campionato difficile come quello italiano. Spero arrivi il prima possibile in maglia azzurra".
L'Al Hilal non molla Osimhen! Romano: "Ci ha riprovato ed è possibile un nuovo tentativo"
Ieri, dopo ore di riflessione, Victor Osimhen ha pronunciato un altro no all'Arabia Saudita, all'Al Hilal, che l'aveva fortemente tentato e ancora prova a tentarlo con un'offerta faraonica. Già, ancora prova a tentarlo. Perché, come riferisce Fabrizio Romano, all'indomani del rifiuto del centravanti nigeriano il club della Saudi Pro League non si è dato ancora del tutto per vinto.
L'esperto di mercato lo racconta in un video pubblicato sul proprio canale YouTube: "L'Al Hilal anche quest’oggi, nonostante il 'no' a sorpresa di Osimhen, ci ha riprovato. Ha contattato anche altri attaccanti, ma proseguono i contatti pure col nigeriano e non sarei sorpreso se facessero un altro tentativo per lui che però non ha aperto al trasferimento. Col Napoli aveva trovato l’accordo per i 75 milioni di euro della clausola".
Fedele: "Spalletti non è un tecnico da Nazionale. Su De Bruyne ho un dubbio..."
Il dirigente sportivo Enrico Fedele è intervenuto a Radio Marte nel corso del programma radiofonico Forza Napoli Sempre: "Marianucci è il primo acquisto del Napoli, si tratta di un giovane promettente che il Napoli può far crescere ma non vorrei facesse tanta panchina, Conte lo valuterà. In ogni caso il Napoli deve prendere un paio di difensori. Leggo molti godere delle sventure di Spalletti e Giuntoli, dimenticando che il primo ad affondare è stato De Laurentiis nel post scudetto del 2023, riprendendosi solo quando ha deciso di mettersi da parte.
La verità è che Spalletti non è un tecnico da Nazionale, per così dire lui cura il terreno, deve lavorare ogni giorno in campo: una cosa è l'allenatore, altra il selezionatore. Osimhen? Da verificare la proposta dell'Al Hilal. La clausola risolutiva è valida per l'estero, forse il nigeriano ambisce ad altri palcoscenici che però non vogliono pagare la clausola. Il Napoli dovrebbe venderlo entro giugno, per evitare di andare in perdita Per il gioco di Conte Lukaku è come il rum sul babà. Osimhen giocatore unico, forza fisica straordinaria, vede la porta come pochi. Credo si troverà un accordo per il Galatasaray, non vedo margini per restare in azzurro. Il Napoli dirà la sua in campionato senza dubbio, in Champions dovrà provare a superare le prime 8 gare e poi la vedo difficile per il prosieguo.
De Bruyne mi chiedo è stato scelto da Conte o meno? Il Napoli gioca con Anguissa, Lobotka e McTominay e speriamo che non perda i primi due. De Bruyne è un rifinitore eccellente fino a un paio di anni fa. L'Inter di Conte quando prese Eriksen, quest'ultimo con Conte giocò pochissime partite, preferendogli Gagliardini. Il Napoli di Conte ha bisogno di solidità difensiva, gioca in un certo modo, ha bisogno di giocatori che giochino anche a sinistra! Ha bisogno di esterni che facciano gol, quindi mi chiedo chi prenderà il Napoli, che sia in grado di fare gol? Il Napoli ad oggi parte favorita per il campionato, da marzo ha il calendario più semplice, con soli due scontri diretti”.
De Paola: "Via da Napoli per spiccare il volo, ma Spalletti e Giuntoli abbandonati e crollati"
In diretta a Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport, è intervenuto Paolo De Paola, giornalista: “Vergognosa l’era Gravina, mentre commovente l’era Spalletti in Nazionale. Avrà pur sbagliato, ma si è preso tutte le sue responsabilità. È un allenatore di club e non un commissario tecnico, purtroppo lo abbiamo visto, ma resta un trainer di altissimo livello. Piuttosto Gravina è vergognoso quando si sorprende di essere al centro delle critiche dopo i risultati dell’ultimo periodo. Ha voluto scaricare tutto sui calciatori, per quanto anche loro abbiano le rispettive responsabilità. La Nazionale è vista più come un fastidio e in campo si va in maniera molla e poco decisa. Il Presidente della FIGC deve far sì di rimettere al centro l’Italia, prima di tutto. Stasera con la Moldavia vedremo un pastrocchio. Gravina doveva essere al suo fianco, è stato un atto codardo non esserci in conferenza. Licenziarlo tra le due partite è stato un disastro.
Giuntoli e Spalletti nel buio senza De Laurentiis? Il tempo e le coincidenze hanno ribaltato le opinioni dello scorso anno. Entrambi sono stati lasciati soli alla Juventus e alla Nazionale. Sono andati via da Napoli con la stessa ambizione di voler dimostrare a tutti di essere forti e bravi ovunque, invece hanno accusato la mancanza di un presidente capace di coprirli e tutelarli. Entrambi pensavano di spiccare il volo, invece sono caduti. Conte ha respinto nella Juventus per il Napoli? È un qualcosa che non ha eguali nel passato. È un qualcosa di clamoroso nel calcio italiano e racconta la crescita del club azzurro. Questo è ormai un top club europeo ed è la grande scommessa di De Laurentiis. Il Napoli riparte avanti e anche di parecchio rispetto alle altre. Milan, Inter e Juventus sono in macerie, Atalanta e Roma cambiano allenatori. Ripartirà come è ripartita l’Inter lo scorso anno, ma può programmare e aggiungere ulteriori calciatori di livello. Ora la lepre è il Napoli”.